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Media: si del Senato al divieto di pubblicazione stralci fino ad udienza preliminare. La posizione Fnsi e Usigrai

Media: si del Senato al divieto di pubblicazione stralci fino ad udienza preliminare. La posizione Fnsi e Usigrai
(PRIMAPRESS) - ROMA - L'approvazione in Senato della legge di delegazione europea, con cui l'Italia recepisce nel proprio ordinamento interno delle norme giuridiche prodotte dall'Unione europea, non consentirà più ai giornali di pubblicare, nemmeno a stralci, il testo delle ordinanze di custodia cautelare fino alla fine dell’udienza preliminare. Il provvedimento, di fatto, impedisce, dal momento dell’arresto fino al processo, di divulgare quali siano i motivi per cui una persona è stata arrestata e quali prove siano state raccolte a suo carico. Un provvedimento motivato dall’esigenza di mantenere la presunzione di innocenza dell’indagato.
Il provvedimento approvato in Senato è stato disapprovato dal sindacato della Rai, Usigrai che in una nota scrive: "Falso anche che sia stata l’Europa a chiedere questa legge, cosi come per il cosiddetto “Decreto Cartabia” che limita le comunicazioni delle Procure alla stampa. Europa che, invece, ha chiesto più volte misure concrete contro le querele bavaglio e una legge sulla governance della Rai che la renda indipendente dal potere politico, come contenuto nell’European Media Freedom Act appena approvato". "L’UsigRai - si legge ancora nella nota del sindacato - si associa alla FNSI che denuncia “come questa politica stia smontando l'articolo 21 della Costituzione e la possibilità per i cittadini di avere coscienza e di formarsi una propria opinione“ e si unisce “all’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a non firmare norme che possono rappresentare un attacco al diritto di essere informati”.
Una posizione quella dell'Usigrai più volte contestata dalle forze di maggioranza di governo rilevando  i troppi casi di assoluzione "per non aver commesso il fatto" dopo anni di processo che di fatto hanno azzerato la vita professionale e politica di quanti sono incappati in vicende giudiziarie e sottoposti "ad una gogna mediatica" come aveva sottolineato la premier Meloni nel suo discorso programmatico di inizio anno.  - (PRIMAPRESS)