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Oscar 2025, trionfa “Anora” con cinque statuette. Vincono Saldaña, Culkin, Brody e Madison. “Conclave” resta fuori

LOS ANGELES – Il film di Sean Baker Anora trionfa alla notte degli Oscar con 5 riconoscimenti: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior montaggio oltre che il premio alla protagonista, la venticinquenne Mikey Madison. La statuetta va ai produttori Alex Coco, Samantha Quan e allo stesso Sean Baker. “L’abbiamo fatto con pochi soldi ma con tutto il cuore”, ha detto la producer di Anora,Samantha Quan, accet- tando il premio per il miglior film.. Il dramedy sulla sex worker di Brooklyn ha vinto in tutto 5 Oscar,4 per Sean Baker e uno per Mikey Madison migliore attrice protagonista.

La cerimonia di consegna degli Oscar 2025, spostata di alcune settimane per i roghi che hanno devastato Los Angeles e molte ville dei d8vi di Hollywood ma anche per i problemi che ancora attanagliano la grande macchina del cinema tra scioperi e politica non ha brillato particolarmente.
Il miglior film straniero è andato al Brasile con Io sono ancora qui. The Brutalist torna a casa con tre premi, Conclavesolo la sceneggiatura. Sfumato il premio a Isabella Rossellini che ha portato agli Oscar un omaggio a David Lynch e alla madre Ingrid Bergman. Applaudito il numero iniziale di Ariana Grande e Cynthia Erivo, omaggio a Los Angeles e alla sua resilienza ai devastanti incendi.
Morgan Freeman ha reso omaggio a Gene Hackman, la sua co-star in Gli Spietati nella notte degli Oscar: “Abbiamo perso un gigante e io un grande amico”.
L’Oscar, irrompe anche sul conflitto di Gaza con “No Other Land”. “L’Oscar a No Other land è una grande vittoria per un documentario che negli Usa non ha trovato un distributore”. Così Basel Adra,Rachel Szor,Hamdan Bal- lal, e Yuval Abraham,accettano il premio e chiedono al mondo di fermare “la pulizia etnica” del popolo palestinese. “Non saremo mai sicuri se gli altri non saranno sicuri”,hanno aggiunto. “No Other Land” è un documentario diretto da un collettivo israelo-palestinese. Il film documenta la distruzione della comunità palestinese di Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupata dall’IDF.

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