ROMA – Addio Alitalia! Oggi 14 ottobre, dopo 75 anni, la compagnia di bandiera italiana cessa di volare. Un pezzo di storia dell’Italia moderna dinamica e volitiva che negli anni 50 puntava a rialzarsi dopo la guerra, sparisce sotto il peso di sprechi, management spendaccioni, fusioni fallite, tentativi di privatizzazione e ingressi di compagnie straniere. Ma proprio le gestioni poco attente della compagnia, sin dagli anni settanta hanno sempre richiesto iniezioni di danaro da parte dello Stato. In 47 anni sono stati oltre 13 i miliardi finanziati per tenere in vita il marchio di rappresentanza italiano dove gli unici utili ricavati sono stati quelli delle retribuzioni e liquidazioni ad amministratori delegati e commissari e in parte a liquidazioni sperequate anche del personale d’aria.
Ora su queste ceneri decolla la newco ITA con 52 aerei e 105 previsti nel 2025. Vedremo se la nuova compagnia riuscirà a riscattare il tricolore della livrea dei suoi velivoli con una gestione attenta e longeva. Intanto, però, la concorrenza spagnola di Volotea le ha già soffiato i voli in continuità territoriale per la Sardegna.
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