ROMA – La bufera che si è abbattuta sull’Associazione nazionale magistrati (Anm) dopo le intercettazioni legate al caso Palamara, oggi, lunedì 25 maggio, potrebbe vedere un plenum incandescente in cui vi è anche il rischio delle dimissioni della giunta dell’organismo. Ma il punto è che in questa circostanza che ha assunto proporzioni imbarazzanti per l’intreccio perverso tra politica, magistratura e media, si profila anche una riflessione profonda su un processo di riforma dell’intera organizzazione delle toghe. A sostenerlo è anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, uscito anche lui la settimana scorsa dallo tsunami provocato dalle scarcerazioni di boss mafiosi durante il coronavirus.
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