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Arresti ex terroristi italiani in Francia. I dubbi sul revisionismo di Macron

PARIGI – La notizia di questa mattina, circa l’arresto dei sette ex terroristi rossi avvenuto in Francia ai fini dell’estradizione in Italia ha sorpreso un po’ tutti. Perché la Francia ha deciso solo ora di dare corso alla richiesta di estradizione avanzata dall’Italia già negli anni Novanta? I 7 arrestati fanno parte di una rosa di 10 (tre sono in fuga) condannati in italia per atti terroristici avvenuti negli anni ’70 ed ’80, nei cosiddetti “anni di piombo” che segnarono profondamente il nostro paese mescolando lotta di classe, politica e violenza. 
La decisione del governo francese, ma a quanto si apprende voluta fortemente da Macron, potrebbe essere legata ad un revisionismo delle azioni terroristiche in Francia sollevata da ex alti ufficiali francesi in pensione che avevano scritto nei giorni scorsi al parlamento transalpino una nota in cui si denunciavo il pericolo di radicamenti troppo forti di focolai terroristici all’interno del paese e con un ruolo centrale anche delle banlieues, i sobborghi e periferie parigine dove si concentrano organizzazioni criminali.  La nota è stata respinta con forza dal governo francese ma è innegabile che i casi di terrorismo che si sono susseguiti nel paese si contano a decine e non sempre di matrice jiadista. 
Ufficialmente, la decisione di trasmettere alla giustizia i dieci nomi (sulle 200 persone che l’Italia da anni reclama dalla Francia) “si inserisce rigorosamente” – sottolinea l’Eliseo- nella dottrina francese di concedere asilo agli ex brigatisti ad eccezione che per i reati di sangue. Una motivazione che appare piuttosto tardiva rispetto ai fatti di sangue del “secolo scorso”.
Ma chi sono gli ex terroristi arrestati? Tra loro anche nomi noti alle cronache italiane di quegli anni di piombo: Giorgio Pietrostefani (fondatore di Lotta Continua) e i brigatisti rossi Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi e Narciso Manenti dei Nuclei Armati. Su molti di loro pendeva una sentenza di ergastolo. 
Il ministro della Giustizia italiano , Cartabia ha dichiarato: “Ha una portata storica la decisione della Francia di rimuovere ogni ostacolo al giusto corso della giustizia, per una vicenda che è stata una ferita profonda nella storia italiana. Il mio pensiero va innanzitutto alle vittime degli anni di piombo e ai loro familiari”, aggiunge Cartabia ringraziando le autorità francesi, in particolare il ministro della Giustizia Dupond-Moretti per la collaborazione, sottolineando lo scambio di contatti tra le istituzioni.

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