BARI – La vicenda di un probabile scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose sta animando lo scontro politico al pari di quello sulle scelte di politica estera da parte del governo.
Martedì scorso, il sindaco di Bari Antonio Decaro – primo cittadino dal 2014 e presidente dell’Anci dal 2016 – ha annunciato che il ministro Piantedosi aveva dato il via alle procedure che potrebbero portare allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Infatti, il ministro dell’Interno ha nominato una commissione per l’accesso agli atti, che valuterà la situazione all’interno del Consiglio comunale e potrebbe anche proporre il suo scioglimento. Il tutto, come ha voluto sottolineare Decaro, è avvenuto a pochi mesi dalle elezioni, che si terranno a inizio giugno.
Il fatto che sia stata nominata una commissione non significa automaticamente che il Consiglio comunale sarà sciolto, ma questa è una delle possibilità. Il procuratore di Bari Roberto Rossi, però, aveva già chiarito che si parlava di una “attività di condizionamento elettorale parziale e circoscritta”, su cui “l’amministrazione ha saputo rispondere”, e in cui non c’era “nessun coinvolgimento del sindaco Decaro”.
Ma i toni utilizzati da una parte della maggioranza di governo hanno indispettito Decaro che vive sotto scorta dal 2016 per minacce subite, tanto da dire nella sua conferenza stampa di ieri: Se ci sono dubbi su di me e sulla gestione del Comune, toglietemi la scorta”.
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