Com’è nata la tua passione per la musica?
«Cresciuta a suon di opera e jazz con uno zio violinista in casa, ho coltivato molte passioni: musica, danza, teatro e canto che crescendo con me si sono trasformate prima in un autentico canale espressivo e poi in un lavoro meraviglioso tradotto in anni di live e prezioso insegnamento. Ora vivo felicemente anche il mio nuovo mondo dedicato alla composizione. ».
Cosa rappresenta per te “Rebirth Project”?
«Scrivo musica da soli tre anni, quando partì la mia vera rinascita sia personale che musicale. In questo progetto, partito da tante poesie e vecchi scritti, racconto della mia trasformazione oltre che di un’entusiasmante quotidianità, ricca di ricordi sia dolorosi che felici che ho saputo valorizzare uno per uno, riscoprendo e respirando così un sorprendente equilibrio vitale.».
“Inheritance” è dedicata a tuo padre: che rapporto avevi con lui?
«Molto particolare e tormentato, però anche molto divertente. Ricordo spesso la sua titubanza riguardo alla mia carriera di musicista, di cui intuiva certamente l’incontro con parecchie difficoltà. Aprendo il suo cassetto misterioso però, dopo la sua partenza da questa vita, ho trovato l’inimmaginabile: molte mie fotografie, articoli, programmi concertistici che non ricordavo nemmeno… e sono incredibilmente riuscita a trasformare il suo grande amore in un linguaggio ora comprensibile: l’amore per me stessa. Che dono!».
Come hai vissuto la musica in questo periodo di emergenza sanitaria?
«Sono tornata appena in tempo da New York attraversando mezza Europa a marzo di quest’anno prima del primo blocco totale, dopo aver effettuato dei meravigliosi concerti all’Italian Culture Institute e Fazioli Pianoforti. Alla notizia dell’annullamento di alcune mie esibizioni italiane e trovandomi in una certa pace e tranquillità domestica mi sono impegnata nella preparazione di un futuro possibile per questo progetto, studiando e componendo e valutando le possibilità per far conoscere la mia musica.».
Quali sono i tuoi prossimi passi, pandemia permettendo?
«Sto preparando dei raffinati live teatrali, con quartetto d’archi tutto femminile ed interplay di danza. Credo che il miglior modo sia continuare sul sentiero di preparazione e scrittura, soprattutto se ispirata da attente riflessioni e sentimenti particolari del periodo. La pandemia prima o poi si esaurirà e quello che possiamo fare noi musicisti in questo momento è concentrarci sviluppando la nostra conoscenza in web ad esempio, in ogni modo possibile. Credo infatti che i veterani professionisti del live come me non potranno che giovare di tutta la loro esperienza camaleontica, che a mio avviso aprirà ottime possibilità permettendo di scorrere dignitosamente anche nell’immensa vena degli algoritmi!».
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