ROMA – L’ingegnere iraniano Mohamed Abedini che ieri è stato liberato dal carcere di Milano dopo che Il ministro Nordio aveva depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti, è già rientrato a Teheran con la soddisfazione del governo iraniano per l’ottimo lavoro dell’intelligence.
Ma quale è stata l’improvvisa accelerazione per la scarcerazione di Abedini? In una nota il ministero della Giustizia ha spiegato che base al trattato di estradizione tra Usa e Italia, questa può avvenire “solo per reati punibili dalle leggi di entrambi i Paesi. Condizione che,allo stato degli atti, non sussiste”, scrive il ministero sull’estradizione dell’iraniano arrestato a dicembre. La violazione di una legge federale Usa “non è prevista nell’ordinamento italiano”.
Una soluzione, tuttavia che sembra confermare il legame con la liberazione della giornalista Cecilia Sala che era stata incarcerata a Teheran senza chiarire le motivazioni delle accuse. Si è, dunque, trattato di uno scambio? La premier Meloni aveva solo parlato di un lavoro diplomatico e di 007 e respinta la motivazione dello scambio. Ieri il leader di Azione, Carlo Calenda in una intervista a La7, aveva fatto i complimenti a Meloni per la gestione della liberazione di Sala ma aveva condannato la “bugia” dell’assenza di scambio.
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