WASHINGTON – Si chiama Ashli Babbit la donna uccisa durante le proteste al Campidoglio di Washington in occasione della ratifica della elezione di Joe Biden da parte del Congresso. Veterana dell’aeronautica titolare di un’attività a San Diego ed era andata a Washington senza il marito. “Non so perché ha deciso di farlo”, ha detto la suocera a Fox. Non è ancora chiaro chi abbia sparato, ma la supporter di Trump è deceduta dopo essere stata ferita gravemente da un colpo di arma da fuoco al collo.
Intanto il bilancio degli scontri di ieri con la polizia è salito a quattro morti e 13 feriti. Lo ha reso noto il capo della polizia di Washington Robert Contee. Cinquantadue gli arresti. A Washington è stato proclamato lo stato d’emergenza fino al 21 gennaio, giorno previsto per la proclamazione di Biden alla presidenza. Ma oltre i fatti di cronaca c’è l’indignazione di una parte consistente del paese per una democrazia violata nei suoi simboli.
“Grande disonore e vergogna” per la nazione:violenza “incitata da un presidente in carica” che ha mentito sull’esito del voto. Così si è espresso l’ex presidente Usa Obama sull’assalto al Congresso da parte dei sostenitori di Trump. L’altro ex presidente dem, Clinton, parla di “miccia accesa da Trump per ribaltare un’elezione che ha perso” E l’ex presidente repubblicano G.W.Bush si dice “disgustato, affranto e sconvolto da un comportamento sconsiderato”. Parole di condanna da tutti i leader europei, dal presidente francese, Macron, e dal premier britannico, Johnson.
Ma la condanna all’atteggiamento morbido di Trump rispetto a quanto accaduto arriva per ora dai social: Twitter e Facebook hanno bloccato i post sulla pagina del presidente uscente.
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