TORINO – Una sanità sempre più digitalizzata e un futuro possibile di fascicoli sanitari elettronici condivisi per la ricerca. Uno scenario possibile ma dove si può annidare il rischio informatico. Oggi è stata pubblicata la prima ricerca scientifica sulla preparazione e consapevolezza del rischio informatico nella sanità italiana. Un’analisi nata dalla collaborazione tra Sham – gruppo Relyens, società mutua specializzata in assicurazione e gestione del rischio presso gli operatori del settore sanitario e socio-sanitario, e il Dipartimento di Management dell’Università di Torino. E il primo dato che balza agli occhi è che il 24% delle strutture sanitarie del campione, hanno dichiarato di aver subito attacchi informatici. L’11% è costituito da ransomware e il 33% da accessi abusivi.
Il sondaggio, i cui risultati sono approfonditi nel whitepaper “Capire il rischio Cyber: il nuovo orizzonte in sanità”, raccoglie e analizza le risposte di 68 professionisti sanitari operanti in strutture distribuite su 14 Regioni italiane. I professionisti intervistati sono Risk Manager, Responsabili Qualità, Data Protection Officer (DPO), Responsabili della sicurezza informatica (CISO) e dell’Ingegneria Clinica, nonché Referenti della Direzione Sanitaria e Generale. Il 70% delle strutture è appartenente alla sanità pubblica, il 30% al comparto privato, con dimensioni che variano da meno di 250 posti letto a più di 750, rappresentando in maniera omogenea la composizione del sistema sanitario nazionale.
Tra i contributori del paper finale figurano alcuni tra i più importanti esponenti dell’ambito sanitario e della sicurezza delle cure del nostro Paese: Andrea Piccioli, Direttore Generale dell’Istituto Superiore di Sanità; Enrico Burato, Coordinatore regionale gestione rischio sanitario e sicurezza del paziente della Regione Lombardia e Direttore SC qualità, accreditamento e appropriatezza e dell’Unità di crisi anti-Covid dell’ASST Mantova; Amerigo Cicchetti, Professore ordinario di Organizzazione Aziendale alla Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore di ALTEMS.
“È un’analisi circoscritta ma rappresentativa, che fotografa lo stato dell’arte della preparazione dei nostri operatori sanitari rispetto alla minaccia cyber e i cui risultati possono contribuire concretamente alla ricerca sulla sicurezza del comparto Salute” – ha annunciato in conferenza stampa Roberto Ravinale, direttore esecutivo della società mutua leader nella Responsabilità Civile Sanitaria nel Nord Italia.
“La ricerca ci ha consentito di individuare criticità e aree di miglioramento con l’obiettivo ultimo di potenziare le azioni di risk management sanitario anche in campo informatico” aggiungono gli autori Anna Guerrieri, Risk Manager di Sham in Italia e Enrico Sorano, Professore aggregato di Economia aziendale presso il Dipartimento di Management dell’Università di Torino.
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