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Decreto Sostegni: domani il CdM che dovrà varare il nuovo provvedimento

ROMA – L’attesa per il Decreto Sostegni è giustificata dal fatto che il premier Mario Draghi voglia arrivare con un provvedimento che abbia fotografato quanto più da vicino le esigenze delle categorie piegate dall’emergenza sanitaria. Oggi, mentre si celebra la prima Giornata della Pandemia istituita da Camera e Senato e dove si terrà un minuto di silenzio che interromperà i lavori delle Aule, Draghi (dopo la presenza a Bergamo per il ricordo delle vittime della pandemia) farà il punto con il suo esecutivo di governo in vista del Consiglio dei Ministri di domani 19 marzo.
I sindacati hanno chiesto un incontro al premier per tornare a sollecitare il blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’emergenza pandemica. “Serve confermare nel decreto Sostegni le risorse necessarie per proteggere tutte le forme di lavoro e prorogare il blocco dei licenziamenti finché non siamo fuori dalla fase di emergenza pandemica e di avviare la riforma degli ammortizzatori sociali”, sottolineano in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Stessa richiesta arriva da Leu.
La posizione più volte ribadita dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è una cassa integrazione ordinaria e una proroga del blocco dei licenziamenti a giugno mentre per i lavoratori che hanno diritto alla cig in deroga o al Fis, il fondo di integrazione salariale, lo stop sarà esteso fino alla fine di ottobre, il tempo necessario per introdurre un sistema di ammortizzatori sociali in grado di garantire tutti.
Ma l’argomento più scoglioso è quello fiscale. La Lega preme per la pace fiscale e punta ad azzerare le giacenze del fisco, operazione che non dispiacerebbe anche al Movimento cinque stelle. Ma Pd e Leu si oppongono bollando l’operazione come un “condono”.
Ci sarebbe una sorta di punto d’equilibrio per cancellare oltre 60 milioni di vecchie cartelle, tutte quelle fino a 5mila euro affidate dal 2000 al 2015. Dalla Lega, tuttavia, non si dispera nel tentativo di elevare la cifra di soglia a 10mila euro.
Il capitolo ristori, secondo il sottosegretario all’Economia, Durigon è assicurato dall’erogazione che avverrà il 30 aprile con 12 miliardi pronti a finanziare gli indennizzi per le perdite registrate lo scorso anno e che il governo intende parametrare gli indennizzi al calo di fatturato registrato nel 2020 rispetto al 2019, superando i codici Ateco. Saranno indennizzate le partite Iva con un fatturato fino a 10 milioni che hanno registrate perdite di almeno il 33% e l’accesso ai ristori sarà proporzionale ai ricavi dell’impresa.
Gli aiuti alle famiglie è l’altro argomento che dovrà essere al centro del provvedimento di aiuti. Da tutte le parti arrivano richieste per estendere i congedi parentali per i genitori alle prese con le scuole chiuse e per concedere i bonus babysitter anche a chi è in smart working.

RED-ROM

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