1° maggio, Casaleggio: «Il lavoro a distanza diventi un nuovo diritto dei lavoratori»
- di RED-CENTRALE
- in Fisco & Lavoro
(PRIMAPRESS) - MILANO - “Il diritto di lavorare a distanza deve diventare un nuovo diritto del lavoratore e della cittadinanza digitale. I colletti bianchi diventeranno colletti digitali. Il miglior modo per onorare questo primo maggio è pensare a come innovare, affinché i diritti che tutelano i lavoratori rispecchino sempre di più il tempo in cui viviamo.” così Davide Casaleggio in un articolo pubblicato questa mattina sul Blog delle Stelle.
“Il lavoro da casa in Italia oggi è possibile per quasi la metà dei dipendenti. - ha sottolineato il presidente dell’Associazione Rousseau - Lo dimostrano gli oltre 8 milioni di persone che oggi nonostante il lockdown possono lavorare a distanza. Un numero che non avremmo mai immaginato considerando che lo scorso gennaio erano solo 570 mila gli italiani ad aver già sperimentato il remote working. Non tutti i lavori si possono fare a distanza, ma molti sì, e saranno sempre di più in futuro con il processo di automazione delle fabbriche, dei magazzini e della mobilità.”
Casaleggio ha poi ricordato diversi esempi virtuosi di altri Paesi nel mondo nonchè i vantaggi del lavoro a distanza in termini di minori consumi, minore inquinamento, tempo sottratto al pendolarismo e “per molte aziende che hanno sperimentato come sarebbe possibile abbattere molti costi logistici del proprio personale ottenendo risultati anche migliori” soprattutto per quelle “che hanno incentrato la loro organizzazione attorno agli obiettivi ed erano già abituate a utilizzare strumenti collaborativi in remoto”.
Una trasformazione che prevedrebbe la nascita di nuovi diritti e doveri per i lavoratori e, al contempo, nuove tutele e diritti anche per i datori di lavoro per prevenire eventuali comportamenti scorretti. Secondo Casaleggio, saranno le aziende ad avviarla e non lo Stato che, tuttavia, la potrebbe favorire “come avvenne nel dopoguerra quando Olivetti decise di introdurre il sabato festivo e i nove mesi di maternità retribuita e venne poi copiato da altre aziende e istituzionalizzato da parte dello Stato. Oggi è il tempo - ha concluso - di un ulteriore cambiamento per un nuovo concetto di ufficio.” - (PRIMAPRESS)
“Il lavoro da casa in Italia oggi è possibile per quasi la metà dei dipendenti. - ha sottolineato il presidente dell’Associazione Rousseau - Lo dimostrano gli oltre 8 milioni di persone che oggi nonostante il lockdown possono lavorare a distanza. Un numero che non avremmo mai immaginato considerando che lo scorso gennaio erano solo 570 mila gli italiani ad aver già sperimentato il remote working. Non tutti i lavori si possono fare a distanza, ma molti sì, e saranno sempre di più in futuro con il processo di automazione delle fabbriche, dei magazzini e della mobilità.”
Casaleggio ha poi ricordato diversi esempi virtuosi di altri Paesi nel mondo nonchè i vantaggi del lavoro a distanza in termini di minori consumi, minore inquinamento, tempo sottratto al pendolarismo e “per molte aziende che hanno sperimentato come sarebbe possibile abbattere molti costi logistici del proprio personale ottenendo risultati anche migliori” soprattutto per quelle “che hanno incentrato la loro organizzazione attorno agli obiettivi ed erano già abituate a utilizzare strumenti collaborativi in remoto”.
Una trasformazione che prevedrebbe la nascita di nuovi diritti e doveri per i lavoratori e, al contempo, nuove tutele e diritti anche per i datori di lavoro per prevenire eventuali comportamenti scorretti. Secondo Casaleggio, saranno le aziende ad avviarla e non lo Stato che, tuttavia, la potrebbe favorire “come avvenne nel dopoguerra quando Olivetti decise di introdurre il sabato festivo e i nove mesi di maternità retribuita e venne poi copiato da altre aziende e istituzionalizzato da parte dello Stato. Oggi è il tempo - ha concluso - di un ulteriore cambiamento per un nuovo concetto di ufficio.” - (PRIMAPRESS)