BRUXELLES – Dopo un anno di combattimenti, il conflitto nel nord dell’Etiopia si è ulteriormente aggravato e ampliato, creando una devastante crisi umanitaria, minando l’integrità territoriale e la stabilità del Paese e colpendo l’intera regione. L’UE è particolarmente preoccupata per la recente escalation dei combattimenti nella regione di Amhara e per i progressi militari del TPLF e dell’Oromo Liberation Army (OLA), nonché per i bombardamenti aerei dell’aeronautica etiope di Mekelle, che rischiano di trascinare ulteriormente il paese nella frammentazione e nel diffuso conflitto armato e peggiorando la situazione della popolazione.
L’UE ribadisce che non esiste una soluzione militare e invita tutte le parti in conflitto ad attuare un cessate il fuoco significativo con effetto immediato e ad avviare negoziati politici senza precondizioni, dimostrando responsabilità e leadership politica. L’UE ribadisce il suo appello per il ritiro completo e immediato delle truppe eritree dal territorio etiope.
In Tigray, la violenza ha costretto quasi 3 milioni di persone a fuggire dalle proprie case e più di 5 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente. Nelle regioni limitrofe di Afar e Amhara, si stima che un ulteriore milione e mezzo di persone necessitino di assistenza di emergenza. È necessaria un’azione immediata per garantire un accesso completo, continuo e prevedibile agli aiuti umanitari in tutti i territori che necessitano di assistenza per evitare una carestia su vasta scala e alleviare le sofferenze della popolazione locale e degli sfollati interni. Tutte le parti in conflitto devono rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale, compresa la protezione dei civili e degli operatori umanitari.
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