MILANO – La pandemia ha dato una spinta ma la crescita dello shoppin online aveva già dato segnali di crescita a due cifre innescando fenomeni connessi. E’ il caso dei dark store che si presentano come la nuova frontiera del digital retail che si occupa esclusivamente dello shopping online. Non sono ancora popolari come la loro controparte tradizionale, ma sicuramente rappresentano un fenomeno in enorme crescita, con evidenti ripercussioni – in positivo – nel mondo del lavoro. Secondo le stime di Jobtech (https://jobtech.it), la prima agenzia per il lavoro completamente digitale nel panorama italiano, questo nuovo settore, secondo alcuni esperti, potrebbe assorbire migliaia di dipendenti in tutta Italia se dovesse realizzarsi la creazione di micro centri di distribuzione di quartiere in cui lavoreranno solo rider, “picker” e impiegati regolarmente assunti.
Si tratterebbe di una Gig economy con modelli di business pronti ad intercettare una clientela che ha un bisogno immediato, e premia la velocità di consegna come variabile principale. Ne consegue la necessità di avere dipendenti, e non collaboratori. L’assunzione solitamente prevede uno stipendio fisso e un bonus variabile sulla base delle prestazioni, a cui si aggiungono i trattamenti economici e i diritti minimi per i lavoratori del settore (CCNL Servizi ausiliari), tra cui tredicesima, ferie e malattia. Se sarà realmente così lo vedremo a breve quando cominceranno a sorgere i mini hub distributivi.
Secondo le previsioni i dark store di medie dimensioni, saranno aperti al pubblico dalle 8 a mezzanotte, serviranno circa 20 rider, 10 tra picker e packer e 3 supervisori. Il modello di espansione territoriale sembra ricalcare quello sviluppato dal mondo del delivery: la sperimentazione inizia nelle grandi città, per poi aumentare fino a rendere capillare la presenza in tutte le città d’Italia.
«Il fenomeno dell’instant grocery service è uno dei più interessanti nuovi modelli di business nel settore della grande distribuzione, e non è un caso che in Italia e in Europa siano sempre di più sia le startup operative in questo campo – dichiara Angelo Sergio Zamboni, Co-founder di Jobtech – sia gli investimenti da parte dei più grossi colossi digitali: solo nel primo semestre 2021 sono stati investiti 1,56 miliardi di dollari, il triplo di quanto raccolto nel 2020. Questo non può che far piacere al mondo del lavoro, perché significa nuove opportunità lavorative che arrivano proprio in un contesto caratterizzato da numerose difficoltà: siamo a supporto di queste startup nei processi di recruiting e staff leasing anche perché la loro presenza rappresenta un rafforzamento del complesso dei diritti riconosciuti ai lavoratori.»
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