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Giubileo 2025, la Roma che sarà tra cultura, musei e turismo nell’incontro della rivista di Mondoperaio

ROMA – “La nuova consiliatura della Capitale, con l’arrivo del sindaco Roberto Gualtieri, si troverà ad affrontare il Giubileo del 2025 e probabilmente gettare le basi, se verrà assegnato, dell’Expo del 2030. In mezzo, però, c’è un periodo in cui si dovrà ripensare, dopo la pandemia, la completa riapertura del settore culturale di Roma, dei suoi Musei e del flusso turistico”. Così Michele Rak, teorico delle dinamiche delle culture e della funzione dei linguaggi d’arte nel mutamento sociale, apre una riflessione nell’incontro “Cultura, musei e turismo a Roma dopo la pandemia” organizzato dalla rivista Mondoperaio a cui hanno preso parte Fabio Martini, editorialista della Stampa, Riccardo Nencini, Presidente della Commissione Cultura del Senato e Francesco Rutelli, sindaco di Roma nel periodo 1993-2001. Al centro del dibattito c’è una redifinizione della missione della città come rileva Nencini a partire dal ridisegnare l’offerta della ricettività che deve superare l’eccesso di B&B come modelli di ospitalità che si richiamano a modelli superati. “Non è la modernità”, dice Nencini che poi osserva come stiano crescendo flussi per i cammini storico-religiosi come nicchie nelle nicchie da analizzare.
Fabio Martini ripercorre le grandi stagioni delle Estati Romane dell’assessore Renato Nicolini al sindaco Francesco Rutelli e come quel periodo abbia caratterizzato la capitale. Nell’incontro di Mondoperaio Rutelli fa sintesi allungando lo sguardo sulle prossime mosse dell’amministrazione in vista del Giubileo. “È una data troppo vicina per poter ipotizzare la realizzazione di infrastrutture – dice Rutelli – Siamo a ridosso del 2022 e non c’è tempo per fare bandi d’appalto”. E allora su che cosa concentrarsi? “Punterei sulla mobilità, con acquisto di nuovi bus sostenibili e di altri mezzi di interconnessione con gli hub dei trasporti. E se dovesse arrivare anche l’Expo sarebbe interessante puntare sui temi dell’agroalimentare del futuro. Non dobbiamo dimenticare la presenza della FAO e del World Food Program che molti neanche sanno della sua presenza a Roma. Insomma per riparlare di turismo e cultura dovremo impegnarci con determinazione”.

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