ROMA – I dati rubati dagli hacker alla SIAE, la società editori, a cui rusultano iscritti centinaia di artisti del mondo dello spettacolo, non solo sono oggetto di riscatto in bitcoin da parte dei cibercriminali ma sono state pubblicate anche intere liste di dati anagrafici ora disponibili per oltre i 13 mila persone che li hanno visualizzati. I dati sono stati scaricati da utenti localizzati in cinque continenti, con occorrenze più frequenti in Kenya, Stati Uniti e Romania. Le categorie più cliccate sono state quelle dei dati relativi al settore delle vendite al dettaglio e dell’ambito governativo statunitense, rispettivamente con il 36% e il 31% di interesse; il che non è sorprendente, se si considera che potenziali ransomware potrebbero portare a enormi profitti in questi campi.In generale poi è aumentata l’attività del Dark Web, perché secondo lo studio il numero totale di spettatori anonimi è passato dal 67% del 2015 al 93% del 2021.
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