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IA e diagnosi delle malattie rare: l’aiuto ai medici per riconoscere anche le patologie meno frequenti

NAPOLI – L’intelligenza artificiale, specialmente quella generativa, può aiutare a identificare indicazioni terapeutiche in tempi molto più rapidi rispetto ai metodi tradizionali. E’ quanto emerso dal convegno che si è svolto a Napoli in occasione delle Giornata mondiale delle malattie rare.
“A livello territoriale, per esempio, possono supportare i medici di famiglia nel riconoscere quei segnali che in gergo chiamiamo ‘red flag’. Questi sono segni che possono indicare una malattia rara, ma che spesso non vengono riconosciuti dai medici di medicina generale perché vedono pochi casi. L’AI può aiutare anche gli specialisti territoriali, come i cardiologi, a indirizzare i pazienti con una diagnosi preliminare di sospetta malattia rara verso i centri di alta specializzazione”, commenta Leandro Pecchia, docente di Biomedical Engineering presso l’Università Campus Bio Medico di Roma.
Nei centri di alta specializzazione, l’intelligenza artificiale può ridurre i costi della diagnosi e estrarre informazioni utili da segnali semplici ed economici. “Un esempio – aggiunge – è l’analisi genetica: prima richiedeva processi complessi e costosi, ma oggi, grazie all’AI, possiamo almeno parzialmente sostituirli con metodi più economici ed efficienti. Inoltre, dopo la diagnosi, l’AI è fondamentale nell’indirizzare il paziente verso la terapia giusta.”

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