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Il ritorno a scuola del bambino con tumore cerebrale

LECCO – Una diagnosi di tumore in età infantile è un avvenimento che stravolge completamente la vita dell’intera famiglia: inizialmente tutte le energie e le risorse saranno investite nelle cure mediche rivolte al bambino, nella gestione delle reazioni emotive e nell’organizzazione pratica della situazione d’emergenza. Una volta che le condizioni del bambino si saranno stabilizzate, dopo l’intervento chirurgico e dopo l’inizio delle cure antitumorali, ci si potrà dedicare alla qualità della vita del ragazzo e a come la patologia e i suoi esiti possono influire sul suo andamento scolastico.

Infatti la scuola rappresenta per il bambino oncologico il ritorno alla normalità e la possibilità di avere nuovamente relazioni sociali con i coetanei: contribuisce quindi a ridurre il senso di solitudine e isolamento vissuti con l’ospedalizzazione.

Per questo motivo l’IRCCS Medea La Nostra Famiglia di Bosisio Parini ha pubblicato gratuitamente online sul proprio sito www.emedea.itil volume “Ritorno a scuola – Accoglienza, gestione e supporto del bambino con tumore cerebrale nel suo ritorno in classe”, una guida per gli insegnanti e tutti coloro che si occuperanno dell’educazione del bambino oncologico, dopo la diagnosi della malattia.

Molti insegnanti riconosceranno, nelle tecniche suggerite nel volume, strategie che utilizzano abitualmente in classe: alcune delle problematiche esibite dal bambino con tumore cerebrale (ad esempio problemi di scarsa concentrazione e disorganizzazione) si riscontrano comunemente anche in altri ragazzi. Occorre ricordare però che ogni bambino è un mondo unico, e le tecniche e le strategie utilizzate vanno adattate e rimodellate secondo specifici bisogni ed esigenze.

Infatti, se da un lato il cervello di un bambino presenta un grande vantaggio rispetto a quello di una persona adulta (è contraddistinto da quella che viene definita plasticità neurale, cioè la capacità di riadattare le funzioni di specifiche parti del cervello, sopperendo alle abilità perse in seguito a lesioni cerebrali), dall’altro la lesione cerebrale avviene all’interno di strutture in via di sviluppo e quindi può alterarne la crescita o il funzionamento, andando poi a ripercuotersi sull’acquisizione di determinate capacità. Per esempio nel bambino oncologico non sono infrequenti problemi di apprendimento scolastico, di comportamento aggressivo, di ansia, di depressione e di ritiro sociale.


Inoltre il ritorno a scuola del bambino con tumore cerebrale può scatenare negli insegnanti molteplici pensieri e preoccupazioni, come la convinzione di non essere preparati a gestire l’alunno o l’intera classe: cosa dire? Come dirlo? Cosa e quanto spiegare ai compagni?


Il volume presenta una rapida rassegna di informazioni sui tumori pediatrici, e nello specifico sul tumore cerebrale infantile e sui trattamenti antitumorali; punta la lente sull’impatto emotivo che una diagnosi di tumore ha sul bambino, sulla famiglia, sullo staff scolastico e sui compagni di classe del ragazzo; fornisce agli insegnanti e agli educatori conoscenze di base e suggerimenti pratici per gestire il bambino oncologico e supportare i coetanei e i compagni di classe.

Portare avanti l’attività educativa significa molto sia per il bambino, sia per i genitori: investire sulla sua istruzione scolastica e quindi sul suo futuro, equivale a rendere quel futuro possibile e concreto, nonostante le minacce e le preoccupazioni causate dalla malattia, e questo serve a dare speranza al ragazzo oncologico e a tutte le persone intorno a lui”, spiega Geraldina Poggi, tra gli autori del libro e responsabile dell’Unità di Riabilitazione Neuro-Oncologica e Neuropsicologica dell’Istituto IRCCS Medea – La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (LC).

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