ROMA – Lo Sherazade, il superyacht ormeggiato in un cantiere di Massa Carrara che ieri era stato accreditato a Vladimir Putin ed aveva messo in moto la Guardia di Finanza per un eventuale “congelamento” dell’imbarcazione per effetto del pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea comminate alla Russia dopo l’invasione in Ucraina, non appartiene al presidente russo ma ad una società finanziaria. È bastato scorrere il Marine Register per rendersi conto della infondatezza della notizia anche perché il nome dello yacht riconducibile a Putin è il Graceful , un 82 metri del cantiere tedesco Blohm and Voss costato 100 milioni di dollari.
E seguendo questa traccia, dall’App del Marine Traffic gli spostamenti del superyacht Graceful hanno rivelato che il superyacht aveva lasciato il porto di Amburgo in Germania due settimane prima del 20 febbraio, data dell’inizio della guerra in Ucraina. Ora con un nuovo rilevamento radar marittimo si è rilevata la presenza dell’imbarcazione nel porto canale di Kaliningrad, città enclave russa tra Polonia e Lituania e base nucleare missilistica superprotetta nel cuore dell’Europa.
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