BERGAMO – Secondo la Procura di Bergamo la manca- ta estensione della zona rossa in Val Seriana a partire dalla fine di febbraio del 2020, avrebbe provocato un in- cremento dei casi di Covid-19 “non inferiore 4.148 persone, pari al numero di decessi in meno che si sarebbero verificati” nel caso dell’adozione di adeguate misure di profilassi. Fontana:”So di essere indagato dai giornali, è una vergogna”. I parenti: “Ora si riscrive la storia”. Pm:”Brusaferro impedì l’adozione tempestiva di misure anti-Covid”. Tra gli indagati anche il l’ex premier Giuseppe Conte e l’ecx Ministro Roberto Speranza e tutto il Comitato Scientifico dell’epoca. Ma in serata è arrivata una precisazione dall’Istituto superiore di sanità che rimette in chiaro le cose rispetto anche ad anticipazioni della Procura su una inchiesta che appare piuttosto tardiva: “Relativamente a quanto si apprende da organi di stampa secondo cui il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro avrebbe impedito l’ adozione del piano pandemico,si precisa che non è nei poteri del presidente dell’Istituto adottare piani pandemici o dar seguito alla loro esecuzione”. Così la doverosa precisazione dell’Iss che prosegue: ” La linea seguita dall’Istituto è stata improntata alla massima precauzione e al massimo rigore scientifico”. Dichiarazioni arrivate, peraltro, mentre a Brusaferro non sarebbe stato notificato nessun atto di indagine.
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