ROMA – Il presidente del Consiglio Conte, ieri non aveva fornito risposte sulla notizia di un aumento di compensi del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, riservandosi di guardare dentro i termini della questione per “accertamenti”. Intanto tutta l’opposizione è insorta e anche all’interno della maggioranza c’è qualche visibile insofferenza mentre si parla di non rinnovare Quota 100 e mentre sui cittadini sta arrivando una valanga di cartelle esattoriali mentre si promette una revisione del fisco ma senza date certe.
La questione dei compensi forse non avrebbe generato tanti malumori se non fosse che a Tridico si fa risalire la creazione del reddito di cittadinanza che si è rivelato uno dei più grandi disastri di interventi economici degli ultimi anni. L’aumento incriminato è di circa 50 mila euro in più rispetto a quanto percepito dall’ex presidente Tito Boeri (103 mila).
In attesa degli approfondimenti di Conte e dei chiarimenti su un intrigato meccanismo di arretrati retroattivi che risalirebbero quando era vicepremier Luigi Di Maio, arriva la precisazione dal ministero del Lavoro: “il decreto interministeriale firmato dai ministri Catalfo e Gualtieri il 7 agosto 2020 che definisce gli emolumenti lordi annui del Presidente, del Vice Presidente e dei consiglieri di amministrazione di Inps e Inail, così come formulato, non consente il riconoscimento di alcun ‘arretrato’ al presidente Tridico”.
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