ROMA – L’inchiesta di Perugia scopre un vaso di Pandora nelle intercettazioni e nell’enorme volume di file scaricati dal tenente della Guardia di Finanza ,Striano. Oggi il procuratore di Perugia, Cantone, in audizione dinanzi alla Commissione Antimafia, ha parlato di un numero enorme di dati scaricati. Cantone ha ringraziato il ministro della Difesa Crosetto “per la scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria consentendo di scoprire un vero e proprio verminaio”. “Inquietanti, mostruosi” i numeri degli atti scaricati dalla Banca dati della Direzione antimafia, “Striano ha scaricato 33.528 file. Questo numero enorme di atti che fine ha fatto?”. Non si esclude anche una possibile consegna dei file ad organizzazioni e stati stranieri.
“Da gennaio 2019 a quasi tutto il 2022 sono stati scaricati 33528 file dalla DNA. È davvero sconcertante apprendere che il tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, lo abbia fatto senza controlli. Chi comandava la DNA è possibile che non se ne sia accorto? E se così è ancora più preoccupante”. Lo ha detto Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Antimafia, intervenendo durante l’audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Perugia, Raffaele Cantone. “Il procuratore nazionale antimafia che dovrebbe assicurare la lotta alla mafia non controlla i suoi uffici. La coincidenza è con il periodo di reggenza del collega vice presidente De Raho. Tutto ciò fa emergere un quadro preoccupante e inquietante”, ha aggiunto.
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