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Israele: Netanyahu non supera il tagliando e si apre la crisi di governo. Il pericolo della quarta elezione in due anni

GERUSALEMME – Il governo di Benjamin Netanyahu non supera l’operazione tagliando. Dopo aver assecondato varie iniziative del premier in questi mesi, adesso l’alternate Prime Minister Benny Gantz apre la crisi di governo in Israele. È iniziato un procedimento particolarmente gravoso per approvare la sfiducia in Parlamento, ma anche se si dovesse andare alle quarte elezioni in due anni, Benjamin Netanyahu ha il Paese dalla sua, e nelle urne consoliderebbe il consenso della destra. Alla fine, la vittima eccellente della crisi potrebbe essere proprio Gantz – come scrive in una sua nota Affari Internazionali – Non è così probabile che Israele vada alle quarte elezioni nel giro di due anni, dopo la crisi politica innescata ieri dal voto parlamentare. Certo, la situazione politica nel Paese è difficile, aggravata da una crisi mondiale dovuta alla pandemia, da una terza ondata in arrivo e da una crisi economica notevole, ma la crisi politica potrebbe trovare il suo sbocco naturale a breve e lasciare, dietro di sé, i soliti “cadaveri” politici. Ma uno di questi, è difficile che sia il premier Benjamin Netanyahu.
Il voto espresso ieri dalla Knesset, il Parlamento israeliano, per mettere fine a questa legislatura e andare alle elezioni, rappresenta il monito più grande che Benny Gantz, il premier a rotazione che dovrebbe assumere l’incarico a novembre 2021, ha lanciato all’attuale capo dell’esecutivo Netanyahu. Ma rappresenta anche la pietra tombale sulle aspirazioni governative dello stesso Gantz – come annota Nello del Gatto nel suo articolo per Affari Internazionali – . L’ex capo di Stato maggiore non ha certo brillato fino ad ora per capacità politica, adeguandosi con la sua formazione alle varie scelte del governo o facendone timida opposizione. In questo modo, scontentando tutti.

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