ROMA – Istituzioni sull’orlo di una crisi di nervi. Proprio mentre serve unità nazionale, raccomandata, probabilmente in modo troppo soft, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, governo centrale e governi locali si spaccano. La lettera inviata a Mattarella, dagli 11 presidenti di Regione del centro-destra e dal presidente della provincia autonoma di Trento, ha indispettito il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. «Spero che nessuno soffi sul fuoco. Le Regioni che hanno scritto al Quirinale hanno avuto dallo Stato un sostegno senza precedenti». Affermazione respinta dagli stessi governatori perché ritenuta sin troppo ovvia circa l’intervento dello Stato centrale in una epidemia senza precedenti ma di contro c’è stato, secondo i vertici delle regioni, un dialogo a singhiozzo con l’esecutivo. A scrivere a Mattarella sono state: Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo e la provincia di Trento.
Come ci si comporterà adesso come ad esempio nel caso della Calabria che ha consentito di riaprire i bar all’aperto nonostante le misure nazionali non lo prevedessero? Si impugneranno le ordinanze degli amministratori locali? «E’ l’ultima ratio della Costituzione (…) – sostiene Boccia – Per il bene della nazione invito i presidenti (…) a seguire ciò che dico sempre a me stesso: unità, serietà,responsabilità».
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