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Sport, inserito il reato di omofobia nello statuto del Coni

Il presidente nazionale del Coni, Giovanni Malagò, nel corso dell’audizione alla VII commissione del Senato sullo stato di salute dello sport italiano, ha affermato: “Abbiamo inserito il tema della lotta all’omofobia nello statuto del Coni: è stata recepita l’indicazione della Presidenza del Consiglio dei ministri e per questo abbiamo modificato l’ordinamento inserendo oltre ai reati di discriminazione razziale anche quelli di omofobia”.

L’ANDDOS, la più grande associazione italiana LGBTI contro le Discriminazioni, plaude l’intervento del presidente nazionale del CONI, Giovanni Malagò, per aver inserito il reato di omofobia nello statuto del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

A nome dei nostri 177.250 associati ringraziamo il presidente nazionale Giovanni Malagò – commenta il presidente Mario Marco Canale dell’ANDDOS – che ha dimostrato di essere senza dubbio più sensibile e risoluto di tanti politici sul tema dell’omofobia, il cui reato è infatti ancora un vuoto legislativo nel nostro Paese. Le potenzialità dello sport per creare una collettività rispettosa e pacifica, simbolo di coesione anche nelle diversità, per costruire una società civile più accogliente e tollerante nei confronti del prossimo. Quella del presidente Malagò è stata una vera lezione per quella parte della classe politica che non ha saputo ancora recepire le istanze e le problematiche della comunità LGBTI, in termini di integrazione sociale e riconoscimento dei diritti, potrà pertanto essere fondamentale per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, contro ogni discriminazione inerente all’identità sessuale. Dagli striscioni offensivi e dai cori discriminatori negli stadi nei confronti di atleti e dirigenti ritenuti omosessuali, agli insulti omofobi rivolti verso allenatori e giocatori e pronunciati anche dagli stessi professionisti tesserati, vedi pure la recente querelle tra l’allenatore del Napoli e quello dell’Inter, finora lo sport italiano ha dato un esempio molto diseducativo soprattutto agli occhi dei giovani, che spesso sono protagonisti a loro volta in negativo con violente forme di bullismo nei confronti di loro coetanei solo perché considerati diversi. Non possiamo continuare a vivere in un mondo senza rispetto: è fondamentale che lo sport, promuovendo una cultura dell’integrazione soprattutto tra i giovani, possa essere un valido strumento educativo di valori nella lotta contro razzismo, xenofobia, discriminazione, omofobia per abbattere il pericoloso muro dei pregiudizi e delle discriminazioni . Cultura, sensibilità, rispetto, educazione alle differenze, desiderio di conoscere, integrazione, valorizzazione delle diversità, sono le armi migliori per combattere i pregiudizi”.

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