L’altra faccia della malattia nel lungometraggio di Valerio Mastandrea arrivato nella sale italiane con Laura Morante e Dolores Fonzi

NAPOLI – Presentato a Napoli con Dolores Fonzi, il lungometraggio di Valerio Mastandrea “Nonostante”, già arrivato nelle sale cinematografiche. Si tratta di una pellicola che tocca il mondo della malattia e di come questa impatta sulla psicologia di chi si trova in cura. Il film racconta la storia di un uomo che trascorre serenamente le sue giornate all’interno di un ospedale. Egli si trova ricoverato lì da un po’ di tempo, ma quella condizione non gli è di peso, anzi, gli sembra il modo migliore per vivere la sua vita. Senza preoccupazioni né responsabilità, al riparo da tutto e da tutti, in assenza di problemi di alcun genere. Mentre da qualche compagno di reparto il nosocomio viene vissuto come una gabbia, lui ritiene che in quelle mura ci si possa sentire anche liberi, come da nessun’altra parte. Tale preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. Si tratta di una compagna irrequieta, arrabbiata, che non accetta nulla di quella condizione e soprattutto delle sue regole non scritte. Non è disposta ad aspettare: vuole lasciare quel posto, migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve oppure morire, come capita a chi finisce lì dentro. Il protagonista viene travolto da tanto furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo una cosa così incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare una realtà: se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non esiste alcun riparo possibile.
All’interno del cast, oltre ai due già citati, figurano anche Lino Musella, Giorgio Montanini, Barbara Ronchi, Justin Alexander Korovkin, Luca Lionello e Laura Morante.
Si tratta di una produzione HT FILM, DAMOCLE, TENDERSTORIES con RAI CINEMA. 
L’opera è prodotta da Viola Prestieri, Valeria Golino, Francesco Tatò, Oscar Glioti, Moreno Zani e Malcom Pagani.
Le musiche originali sono infine di Tóti Gudnason.