VIENNA – La gestione di Ursula von der Leyen nella politica dei vaccini sta mostrando le prime crepe. Dopo la Germania che riserva dubbi su AstraZeneca per il suo range di copertura e dopo i ritardi accumulati dalle aziende produttrici nella fornitura dei vaccini, ora a prendere le distanze dall’Europa è anche l’Austria. Lo aveva fatto già l’Ungheria preferendo i vaccini cinesi e russi. Ora il cambio di rotta sui vaccini anti-Covid è dell’Austria. Il cancelliere Kurz, che giovedì andrà in Israele, ha annunciato che Austria, Danimarca e altri “first mover”,non faranno più affidamento sull’Ue e, con Israele, nei prossimi anni produrranno dosi di vaccino di seconda generazione per ulteriori mutamenti del Covid-19. Secondo Kurz, l’approccio tramite Ue è stato corretto,”ma l’Ema è troppo lenta con le approvazioni dei vaccini e ci sono rallentamenti nelle consegne da parte delle aziende farmaceutiche”. I ritardi sui processi di vaccinazione in tutta Europa sta costringendo i paesi a limitare le attività economiche ma con pesanti ripercussioni sulle casse di stato ed inoltre ad un anno dallo scoppio della pandemia comincia ad insorgere una insofferenza tra le popolazioni.
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