ROMA – Anche se la notizia dell’attacco hacker a Leonardo, la big company dell’aerospazio arriva oggi, in realtà risale al periodo 2015-17 quando attraverso un trojan di nuova ingegnerizzazione, inoculato nei computer attraverso delle pendrive Usb, sono stati trafugati 10 gigabyte di dati e informazioni classificati di rilevante valore aziendale: due misure cautelari sono state notificate a un ex dipendente e a un dirigente della Leonardo spa (azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza) ritenuti coinvolti in un grave attacco alle strutture informatiche ai danni della Divisione Aerostrutture e della Divisione Velivoli iniziato nel 2015.
Ad entrare nel mirino degli inquirenti, ora sottoposti a misure cautelari, sono l’ex addetto alla gestione della sicurezza informatica della Leonardo S.p.A., Arturo D’Elia, per il quale il gip ha disposto il carcere e Antonio Rossi, responsabile del C.E.R.T. (Cyber Emergency Readiness Team) di Leonardo s.p.a., organismo incaricato della gestione degli attacchi informatici subiti dall’azienda. D’Elia, per il quale i pm Onorati e Cozza hanno avuto parole durissime aveva messo a segno anche un attacco informatico ad una base Nato sul territorio italiano per cui aveva già ricevuto una condanna. Ma la stranezza è che nonostante questo precedente aveva continuato a lavorare presso Leonardo Spa.