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Motori off-road: in G.U. il divieto di viabilità forestale. La protesta di Ancma e FMI e i chiarimenti del MiPAAF

MILANO – Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e FMI (Federazione Motociclistica Italiana) prendono posizione contro i contenuti del Decreto 28 ottobre pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 1° dicembre, che vieterebbe la viabilità forestale e silvo-pastorale al transito ordinario. E lo fanno, insieme, al termine di un anno che ha paradossalmente visto trionfare i piloti italiani proprio nella più importante manifestazione sportiva off-road a livello internazionale, la Sei Giorni di Enduro ospitata nelle colline dell’Oltrepò pavese.
Da una parte, quindi, l’industria delle due ruote che genera in Italia un valore complessivo di oltre 7 miliardi di euro e occupa nella sua filiera più di 100mila addetti, dall’altra tutta l’attività sportiva di settore con più di 117mila tesserati strutturati in 1760 Moto Club sul territorio nazionale.
“Si tratta di una norma miope, che può creare potenzialmente un grave danno economico al mercato, all’intera filiera, alle attività ludiche e sportive e a quelle legate all’accoglienza e al turismo”, si legge nel comunicato diffuso ieri dall’Ancma. L’associazione, inoltre, rileverebbe possibili profili di incostituzionalità, legati alla libera circolazione e il diritto di svolgere attività sportiva e ricreativa. Questione che, però, cozzerebbe con gli obiettivi di transizione ecologica indiviaduati come asset europeo e contenuto nel PNRR dal governo.
ANCMA e FMI, anticipano di aver chiesto un’interlocuzione con il Governo al fine di ottenere chiarimenti ed una correzione delle disposizioni contenute nel Decreto. Le reazioni al decreto tuttavia hanno spinto il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali a charire che non si tratta di un divieto tout-court ma saranno le regioni ad occuparsi della regolamentazione, ovviamente, tenendo presente i limiti disposti in decreto.

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