ROMA – Prosegue in Commissione del Senato l’esame del ddl Cirinnà sulla disciplina delle unioni civili. Le associazioni di area cattolica, chiamate ad intervenire in audizione di fronte ai senatori, hanno fortemente criticato il disegno di legge, in quanto l’unione civile avrebbe le stesse caratteristiche del matrimonio definito dall’articolo 29 della Costituzione.
“Un testo di legge – spiega la senatrice PD Monica Cirinnà – che unifica 15 proposte presentate: una legge per dare diritti, doveri e riconoscimenti a chi è unito da un legame affettivo e ha un rapporto di convivenza. Con le unioni civili, i gay avranno gli stessi diritti degli eterosessuali sposati, escluso le adozioni”.
Le esternazioni delle associazioni per le famiglie in Commissione Giustizia hanno però suscitato una risposta da parte della comunità LGBT, in particolare dall’Associazione ANDDOS, il più grande movimento nazionale per numero di iscritti in tutta Italia:
“Premesso che occorre avere rispetto per ogni punto di vista – sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS – le dichiarazioni di alcune associazioni in Commissione Giustizia durante le audizioni per il ddl Monica Cirinnà sono state davvero intollerabili in alcuni passaggi. E’ quanto apprendiamo dal sito de l’Espresso: le unioni omosessuali sono state paragonate a unioni tra uomini e animali. A ben vedere, che la discussione scadesse in argomenti del tutto pregiudiziali era prevedibile. Ciascuno è libero di pensarla come vuole e quindi di tenersi per sé il proprio pregiudizio, ma nel momento in cui si cerca di imporre una visione del mondo, allora si scade in discorsi anche contraddittori, come se il ddl Monica Cirinnà imponesse loro di cambiare stile di vita o di rinunciare a qualcosa. Noi non vogliamo imporre idee e normative a nessuno: nella nostra visione e soprattutto, alla base dei principi che ispirano il ddl Cirinnà, ciascuno è assolutamente libero di costruire la famiglia in cui crede e di vivere secondo i propri principi nel pieno rispetto degli altri. Senza togliere diritti alle famiglie tradizionali, verso le quali non siamo assolutamente in contrapposizione”.Prosegue in Commissione del Senato l’esame del ddl Cirinnà sulla disciplina delle unioni civili. Le associazioni di area cattolica, chiamate ad intervenire in audizione di fronte ai senatori, hanno fortemente criticato il disegno di legge, in quanto l’unione civile avrebbe le stesse caratteristiche del matrimonio definito dall’articolo 29 della Costituzione.
“Un testo di legge – spiega la senatrice PD Monica Cirinnà – che unifica 15 proposte presentate: una legge per dare diritti, doveri e riconoscimenti a chi è unito da un legame affettivo e ha un rapporto di convivenza. Con le unioni civili, i gay avranno gli stessi diritti degli eterosessuali sposati, escluso le adozioni”.
Le esternazioni delle associazioni per le famiglie in Commissione Giustizia hanno però suscitato una risposta da parte della comunità LGBT, in particolare dall’Associazione ANDDOS, il più grande movimento nazionale per numero di iscritti in tutta Italia:
“Premesso che occorre avere rispetto per ogni punto di vista – sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS – le dichiarazioni di alcune associazioni in Commissione Giustizia durante le audizioni per il ddl Monica Cirinnà sono state davvero intollerabili in alcuni passaggi. E’ quanto apprendiamo dal sito de l’Espresso: le unioni omosessuali sono state paragonate a unioni tra uomini e animali. A ben vedere, che la discussione scadesse in argomenti del tutto pregiudiziali era prevedibile. Ciascuno è libero di pensarla come vuole e quindi di tenersi per sé il proprio pregiudizio, ma nel momento in cui si cerca di imporre una visione del mondo, allora si scade in discorsi anche contraddittori, come se il ddl Monica Cirinnà imponesse loro di cambiare stile di vita o di rinunciare a qualcosa. Noi non vogliamo imporre idee e normative a nessuno: nella nostra visione e soprattutto, alla base dei principi che ispirano il ddl Cirinnà, ciascuno è assolutamente libero di costruire la famiglia in cui crede e di vivere secondo i propri principi nel pieno rispetto degli altri. Senza togliere diritti alle famiglie tradizionali, verso le quali non siamo assolutamente in contrapposizione”.
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