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Nino Galloni nel capoluogo siciliano per parlare di crisi mediorientale ed Euro

PALERMO Il contesto geopolitico, l’economia e il ruolo dei Paesi Europei anche alla luce della delicata situazione del Medio Oriente saranno al centro dell’incontro intitolato “Futuro dell’Europa e nuovi equilibri del Mediterraneo”, in programma venerdì 12 febbraio dalle 16 alle 19 a Palermo, a Palazzo Cefalà (in vicolo Sciara, sulla via Alloro). Con l’occasione, su iniziativa della consigliera comunale Federica Aluzzo e dell’editore Ottavio Navarra, tornerà in Sicilia l’economista Nino Galloni. Saranno presenti, fra gli altri, il presidente della Consulta delle Culture Adham Darawsha e l’assessore Giusto Catania.

Si parlerà, in particolare, dell’Europa, che non è immune da quanto sta avvenendo, come dimostrato dagli attentati di Parigi, e dell’arrivo di rifugiati e richiedenti asilo, che si aggiungono a quanti fuggono da povertà e disperazione. Sarà affrontata la questione della risposta delle istituzioni europee, che appare in contraddizione con quell’umanità sbandierata con belle parole, ma poco concretizzata con i fatti e che sta portando da parte di diversi governi dell’UE alla revisione e sospensione degli accordi di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e degli stranieri con visto degli Stati membri. Il tutto, aggravato da un nuovo accordo per concedere ulteriori margini fiscali, oltre i limiti previsti dal fiscal compact, per far fronte a spese militari e di difesa, ignorando contemporaneamente la spesa sociale. Tutto questo si somma, poi, a una crisi economica già tangibile in tutta Italia da anni e sempre più preoccupante.

Nel corso dell’incontro si parlerà anche dell’Euro, moneta divenuta insostenibile poiché basata sulla svalutazione del lavoro: nonostante il QE della BCE, l’inflazione è ancora sotto al 2%; il sistema bancario è ancora in gravi condizioni e i Comuni sono massacrati dai continui tagli imposti dal governo nazionale e regionale per rispettare i vincolanti trattati europei.

Si farà, inoltre, il punto sullo scenario politico internazionale e sull’Europa, alla luce delle elezioni in Portogallo e in Spagna che hanno mostrato una chiara sconfitta dei partiti conservatori e un ottimo risultato della sinistra, mentre in altri Paesi europei la risposta è stata una crescita delle formazioni di destra. L’incontro  sarà anche l’occasione per presentare il nuovo libro del professore Galloni, intitolato “L’Economia imperfetta”.

“È importante – sottolineano Federica Aluzzo e Ottavio Navarra – aprire un dialogo con tutti i cittadini, partiti e movimenti che percepiscono di essere vittime di un sistema economico che li sta massacrando a causa di strategie europee troppo restrittive, basate un sistema monetario che sembra destinato a fallire e dai cambiamenti geopolitici. Dai sindacati alle imprese siamo tutti coinvolti in questa situazione. “Non c’è più tempo da perdere – aggiungono – e il confronto con esperti tecnici aiuta a mettere luce sulle strategie europee e internazionali, per poi approdare alla storia del nostro paese e alle possibili soluzioni di cui si discuterà tutti insieme”.

Nino Galloni ha ricoperto diversi incarichi e ruoli per i ministeri del Bilancio e del Lavoro (dal 1990 è stato direttore generale al Ministero del Lavoro alla Cooperazione, Osservatorio sul Mercato del Lavoro, Politiche per l’Occupazione Giovanile e Cassa Integrazione Straordinaria nelle grandi imprese). È, inoltre, presidente e fondatore del Centro Studi Monetari, un’associazione per lo studio dei mercati finanziari e delle forme di moneta emissibili senza creare debito pubblico.

Galloni è anche celebre per le proprie posizioni critiche riguardo all’attuale equilibrio economico dei Paesi dell’Eurozona, evidenziando i diversi scenari possibili per il futuro dell’Euro: uno possibile è quello del ritorno alla sovranità monetaria nazionale per l’Italia e le altre nazioni europee, nel caso in cui l’Europa attuale si rivelasse incapace di ridistribuire efficacemente le risorse finanziarie dal centro verso la periferia. Una componente necessaria di tale bilanciamento include necessariamente un ritorno alla separazione netta tra istituti di credito, operanti nel credito verso i soggetti dell’economia reale, e soggetti finanziari che operano sui mercati speculativi, ovvero su quella parte di scambi economici puramente finanziari. 

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