ROMA – Oggi in Campidoglio, alla presenza del Sindaco di Roma Ignazio Marino, il Prof. Massimo Santini, Direttore del Centro Studi Regionale per la Diagnosi e la Cura delle Aritmie Cardiache e fondatore della Onlus Il Cuore di Roma, ha presentato i risultati della campagna “Cuore Sano”, il primo screening cardiologico dedicato ai giovani. Uno studio sistematico in un’ampia popolazione in età scolare di oltre 25.000 adolescenti che non è mai stato effettuato prima in Italia e in Europa. Il Sindaco Ignazio Marino ha sottolineato l’importanza della ricerca, l’aiuto concreto dato dal volontariato alle Istituzioni e quanto sia fondamentale insegnare ai ragazzi a curare il proprio corpo in modo responsabile. Questo significa anche avere a cuore il proprio benessere futuro. I dati della campagna, completamente gratuita, parlano chiaro: il 27% dei ragazzi esaminati presenta almeno un’anomalia nell’ ECG, mentre ben 14.577 (il 57%) sono portatori di fattori di rischio come familiarità, obesità, fumo e presentano già anomalie per le quali devono essere tenuti sotto controllo. Come questi fattori si traducano in rischio cardiovascolare a lungo termine è difficile dirlo, ma le proiezioni ad oggi possibili non sono favorevoli se non si interviene per indurre una modifica degli stili di vita e non si attiva un preventivo monitoraggio. Le proiezioni possibili ci dicono che oltre 160 dei 25.000 ragazzi esaminati oggi potrebbe avere un infarto entro il 2050. Queste stime sono conservative perché non prendono in considerazione altri fattori di rischio come familiarità, altre co-morbidità, futura ipertensione, diabete. Sicuramente però l’associazione con pre-esistenti anomalie ECG (riscontrate in quasi un terzo dei soggetti) non migliorerà il quadro futuro. Due casi importanti hanno particolarmente colpito il pubblico: durante lo screening nelle scuole infatti, si è scoperto che l’elettrocardiogramma di Marco e Luciana, due ragazzi di 15 e 16 anni apparentemente in ottima salute e forse solo un po’ sovrappeso, evidenziava una grave patologia elettrica del cuore della quale ignoravano l’esistenza. Entrambi presentavano un blocco atrio-ventricolare completo congenito, che riduceva i battiti cardiaci ad una frequenza tra 35 e 40 battiti per minuto in condizioni di riposo e ancor meno durante il sonno. I ragazzi correvano il rischio di morire improvvisamente. Dopo gli opportuni accertamenti, entrambi hanno ricevuto l’impianto di un pacemaker bicamerale che ha consentito nuovamente al loro cuore di salire in frequenza anche fino a 150 battiti al minuto in caso di attività fisica, impedendo al cuore di rallentare al di sotto di un certo numero di battiti prefissati. Il lavoro della Onlus “Cuore di Roma” è stata un’occasione per Marco e Luciana per dire GRAZIE DI… CUORE.
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