ROMA – “Dove sono il signor Conte e il signor Di Maio, se fossero stati i loro figli si sarebbero mossi più velocemente ma noi siamo da una settimana qui a chiedere un intervento che non sia quello di un portavoce”. A lanciare l’appello questa sera 28 settembre, alla trasmissione Mediaset di Nicola Porro a Quarta Repubblica, è la signora Rosa uno dei familiari dei pescatori dal primo settembre rinchiusi nel carcere libico di El Quefia a 15 chilometri dopo che i loro die pescherecci in acque internazionali erano stati sequestrati con l’accusa di droga a bordo. La richiesta del governo libico è lo scambio con 14 libici condannati a 30 anni detenuti con l’accusa di essere gli scafisti della strage di ferragosto in cui morirono 49 migranti per un incendio. Pochi giorni prima del sequestro dei pescherecci i ministri Di Maio e Lamorgese avevano avuto un incontro con il governo libico per arginare il fenomeno degli sbarchi dei migranti a Lampedusa. Anche in Sicilia, a Mazara due giorni fa erano scesi in piazza per protestare contro la lentezza di intervento da parte del Governo.
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