ROMA – L’entusiasmo per la cattura del superboss di Cosa Nostra, latitante da 30 anni, Matteo Messina Denaro, ha spinto, forse su un’onda emotiva ma sicuramente efficace, ad approvare in Consiglio dei Ministri un disegno di legge che consente ai reati di mafia ad essere perseguiti d’ufficio e non più su querela. Un punto determinante questo per superare anche la paura di denunciare che si genera in ambienti mafiosi.
Il nuovo testo è stato approvato su proposta del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che di fatto dà rilevanza all’aggravante del “metodo mafioso” o anche con finalità di terrorismo o eversione. Nel decreto c’è una ulteriore possibilità per il procedimento d’ufficio e riguarda la circostanza di una persona sottoposta a misura di prevenzione personale che può essere estesa sino a tre anni successivi al termine della misura stessa. Fattispecie che serve a monitorare il comportamento nei tre anni successivi. Ma in pratica questo punto richiederebbe, probabilmente, da parte delle forze dell’ordine, un’organizzazione diversa nello scambio di informazioni tra corpi dello Stato ma anche nei confronti di paesi stranieri.