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Referendum, Matteoli e Quagliariello a Catanzaro per il NO

CATANZARO – Un NO forte, deciso, intransigente: un NO per difendere il paese da una riforma monca e pericolosa, per bacchettare un governo arrogante e sfrontato e per ricompattare l’area in vista delle ormai prossime, inevitabili, elezioni. A sottolineare le mille pecche della riforma costituzionale oggetto di voto referendario il prossimo 4 dicembre ci hanno pensato a Catanzaro i senatori Altero Matteoli e Gaetano Quagliariello, espressioni rispettivamente di Forza Italia e di Movimento Idea. In un Auditorium “Scalfaro” gremito in ogni ordine di posto, i due rappresentanti del centrodestra hanno sviscerato uno ad uno tutti i punti critici della riforma, discutendo della stessa con il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri. Ad inaugurare la serata ci ha pensato Emanuela Altilia, direttrice editoriale di Fondazione della Libertà per il Bene Comune e prima sostenitrice della manifestazione organizzata in collaborazione con Fondazione Magna Carta.

Subito dopo è toccato al Presidente Emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre illustrare le ragioni del NO con un’attenta analisi basata sull’eventuale nuovo ruolo del Parlamento. «Ci sono delle caratteristiche in questa riforma che io giudico pericolose – ha affermato in collegamento telefonico Baldassarre – caratteristiche tese a rafforzare notevolmente l’esecutivo a discapito delle altre rappresentanze. Qualora passasse il si, i poteri verrebbero sbilanciati a favore dell’esecutivo e del primo ministro che addirittura potrebbe stabilire anche i tempi dei lavori parlamentari».

Dello stesso parere il senatore Matteoli per il quale «la riforma non supera il bicameralismo ed è ricca di buchi neri»: «La dimostrazione lampante di quanto questa bozza sia pasticciata sta nella sua sostanza – ha evidenziato l’esponente di Forza Italia – Chi ha scritto il testo immaginando un Senato composto da consiglieri regionali ha clamorosamente dimenticato che nelle cinque regioni a statuto speciale i membri dei consigli regionali non possono svolgere incarichi parlamentari, il ché priverebbe queste regioni di una rappresentanza. Il vero obiettivo di questo referendum è plebiscitare Renzi ma gli italiani hanno smesso di farsi abbindolare dai suoi giochi di prestigio e il 4 dicembre voteranno NO per voltare pagina anche con lui».
Di «riforma groviera» ha parlato anche il senatore Quagliariello: «Questa riforma è lacunosa perché da un certo punto in poi non ci si è più preoccupati di completarla, accecati dall’obiettivo di far raggiungere solo un plebiscito personale al premier. Qualora la riforma venisse approvata, da un solo modo per fare le leggi si passerebbe ad almeno dieci modi che verrebbero scelti via via dai presidenti di Camera e Senato con, sullo sfondo, la pericolosa deriva di un conflitto di attribuzione orizzontale tra le due camere. Se passa il NO vuol dire che il popolo è ancora forte, che può e vuole scegliere e soprattutto che le cerbottane di incontri come questo sono più forti dei carri armati mediatici e delle lettere spedite agli italiani all’estero».

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