ROMA – Sul piatto della bilancia per il voto di sfiducia al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede peserà anche un’indagine della Guardia di Finanza con cui si è scoperto che boss e affiliati della ‘ndrangheta percepivano il reddito di cittadinanza. A portare a galla l’intreccio tra l’iniziativa di sostegno ai senza lavoro e le cosche criminali, è stata l’operazione “Mala Civitas” che ha individuato 101 ‘ndranghetisti organici alle maggiori cosche con ruoli gerarchici diversificati al loro interno che avrebbero indebitamente richiesto ed ottenuto l’assegno dall’Inps.
Sono stati denunciati insieme ad altre 15 persone. Tra loro, esponenti anche di spicco delle più note famiglie di ‘ndrangheta operanti nella piana di Gioia Tauro o delle potenti ‘ndrine reggine dei Tegano e dei Serraino.
Altri invece, sono capibastone delle maggiori cosche della Locride, tra le quali la ‘ndrina Commisso-Rumbo-Figliomeni di Siderno, la cosca Cordì di Locri, la ‘ndrina Manno-Maiolo di Caulonia e la ‘ndrina D’agostino di Canolo.
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