ROMA – Mentre in un meeting in Alaska le diplomazie di USA e Cina stanno provando, in queste ore, a ridurre le distanze e gli scontri su questioni di diritti umani, ci sono nuove accuse al governo asiatico riguardo la minoranza uigura nella regione autonoma dello Kinjiang. Amnesty International punta il dito contro Pechino per avere mandato in orfanatrofio i figli minori di chi è fuggito dalla repressione. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani ha sentito persone ora residenti in Australia, Canada, Italia, Paesi Bassi e Turchia. Fuggirono “per timore di finire in campi di internamento” e “non immaginavo che ai loro figli,anche di 5 anni, sarebbe stato vietato di raggiungerli”.
Una situazione che potrebbe incrinare il fragile colloquio che si sta tenendo tra i due paesi. “Ci sono ancora differenze tra le due parti”. Così il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Yang Jiechi. “La sovranità è una questione di principio” e la Cina la difenderà, ha affermato il ministro degli Esteri, Wang Yi, Confronto “duro e diretto”, ha detto il segretario di Stato Usa, Blinken. Nonostante ciò”siamo stati in grado di avere una conversazione molto franca nelle numerose ore di riunione”, ha aggiunto. Ma è difficile pensare che la Cina possa rivedere sia la spinosa questione del popolo uiguro che quella della repressione esercitata su Hong Kong.
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