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Riciclo: norma Ue su plastiche monouso ma l’Italia non si allinea alla direttiva. La denuncia di Assorimap

ROMA – Da domani 14 gennaio 2022 entrano in vigore in Italia le nuove norme sulla plastica monouso, che recepiscono la Direttiva Europea Sup. In una nota inviata ai media da Assorimap, l’associazione dei riciclatori delle materie plastiche, sulle norme introdotte, si legge: “Le modalità di applicazione definite dal Governo contraddicono con quanto previsto dall’Unione Europea, snaturando l’impianto della Direttiva. In Italia, infatti, non si prevede alcun tipo di incentivo per il riciclo meccanico della plastica, trascurando così un settore che costituisce il cuore dell’economia circolare”. Un rilievo importante per uno dei paesi particolarmente impegnati nella transizione ecologica prevista dal PNRR e sbandierato dal governo Draghi come il principale fattore di sviluppo dell’Italia nei prossimi anni.

L’Italia, dunque, secondo i rilievi di Assorimap, non sarebbe allineata con l’obiettivo strutturale della Direttiva, cioè la circolarità delle materie plastiche. “Secondo il Regolamento europeo sulla “Tassonomia Verde” – annota Assorimap –  il riciclo meccanico è considerato il processo più sostenibile per il trattamento delle materie plastiche, poiché per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio, si riducono le emissioni di CO2 di 1,4 di tonnellate, nonché quantità ingenti di energia elettrica. L’utilizzo circolare delle materie plastiche, che sappiamo essere l’obiettivo principale della Direttiva, potrebbe essere favorito maggiormente estendendo le previsioni di un contenuto minimo obbligatorio, al 50%, di plastica riciclata tracciata post-consumo”.

Secondo l’associazione dei riciclatori si tratterebbe di aspetti fondamentali, di cui l’europeista Governo Draghi non avrebbe tenuto conto. “Le scelte dell’Esecutivo nell’applicazione della Direttiva Sup – afferma il presidente di Assorimap, Walter Regis – scontano la mancanza di visione strategica e contraddicono l’indirizzo tracciato dall’Unione Europea, rischiando di esporre l’Italia a richiami o a procedure anche più severe. Non dimentichiamo l’obiettivo al 2030, posto anch’esso dalla UE, del 55% di riciclo effettivo di rifiuti di imballaggio in plastica. Si tratta di un target sfidante e che difficilmente verrà raggiunto senza il contributo delle imprese del riciclo meccanico delle plastiche e senza misure che favoriscano il comparto delle plastiche riciclate”.

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