ROMA – Il cuore della riforma di giustizia che andrà oggi all’esame del Consiglio dei Ministri si riassume in 8 articoli. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, presenta la bozza di Ddl con le modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento giudiziario che sono l‘ossatura della riforma della giustizia voluta fortemente dalla premier Giorgia Meloni anche per onorare una promessa fatta a Silvio Berlusconi.
L’ obiettivo esposto dal Guardasigilli, è quello di aumentare le garanzie per chi è sottoposto a indagini. Una prima tranche di misure che sarà seguita da altre due: una prevista entro la fine dell’anno, e l’altra, quella che riguarda il Consiglio superiore della magistratura e la separazione delle carriere, riforme che prevedono modifiche alla Costituzione, più a lungo termine. Intanto, stop all’abuso d’ufficio e via anche il potere del pm di impugnare le sentenze di assoluzione, che resta solo per i reati più gravi. Altro capitolo quella sulla pubblicazione delle intercettazioni da parte dei media. Potranno riportare solo i colloqui contenuti nei provvedimenti dei giudici. La pubblicazione sarà infatti possibile solo quando il contenuto intercettato è agli atti del processo e il giudice sarà tenuto a stralciare, oltre ai dati personali sensibili, anche quelli relativi a soggetti diversi dalle parti, a meno che non siano rilevanti per le indagini.
Ridimensionato, invece, il traffico di influenze illecite e riviste le modalità sull’applicazione della custodia cautelare in carcere si dovrà pronunciare un giudice collegiale, non più un singolo magistrato (ma la norma entrerà in vigore tra 2 anni). E ancora: prima della decisione l’indagato dovrà essere interrogato dal giudice, tranne se c’è pericolo di fuga o di inquinamento delle prove e in caso di reati gravi.