ROMA – Dopo Astemio e Quartino, l’imprenditore Marco Wu apre a San Giovanni Enosakè un’enoteca dedicata alle migliori referenze del Giappone è con un gran numero di etichette e una proposta gastronomica di eccellenza. Un viaggio alla scoperta dell’Asia da bere. Marco Wu, già proprietario di Astemio e Quartino, amplia l’orizzonte della sua proposta beverage e inaugura Enosake, un’enoteca orientata alla degustazione (e vendita) di sake e altri distillati del Sol Levante, oltre a un’ampia varietà di gin, vodka, rum e whisky. “L’idea alla base di questo nuovo indirizzo è quella di completare quel percorso avviato con gli altri due locali, andando ad approfondire la cultura enologica nipponica, seguendo sempre il nostro consolidato format” racconta Wu, imprenditore attivo nella distribuzione di prodotti alimentari nei ristoranti cinesi e giapponesi della Capitale.
Il locale si presenta come una classica izakaya (tipico locale giapponese in cui protagonista è la bevuta, accompagnata da una proposta gastronomica adeguata). Toni caldi, armonia e linee essenziali, e un ambiente accogliente, raffinato e sofisticato, con un importante bancone a vista dove lo chef prepara le sue specialità, e uno spazio che annovera una trentina di coperti all’interno (fra il piano principale e la saletta riservata) e un dehors che ospita fino a venti persone, da cui ammirare la Basilica di San Giovanni in tutta la sua bellezza. Uno stile autentico e uno spazio in cui potersi immergere nella cultura enologica del Giappone, sperimentando tra le diverse proposte al calice, e affiancare a ogni bevuta la portata più adatta. Enosake, dal pranzo fino al dopo cena, accoglie la clientela con un’offerta gastronomica di tradizione, che comprende gyoza in diverse varianti, tra cui spiccano quelli di wagyu; il prelibato e succulento manzo giapponese dall’incredibile marezzatura è quello di Ozaki beef Japan, bovini Kuroge allevati da Muhenaru Ozaki san (unico allevatore in tutto il Giappone a poter dare il proprio nome alla propria carne). Ampia la linea di sushi, a cui si affiancano carpaccio di capasanta di Hokkaido (più dolce e morbida di quella classica), tartare di tonno Balfegò (famiglia di allevatori del prelibato tonno rosso, da 5 generazioni); e poi diverse varietà di ramen, preparati con una cottura antica di oltre 10 ore, o il tiramisù al tè matcha, per rappresentare tutte le tipicità di una cucina troppo spesso ridotta a pochi piatti, e che invece (come per i sakè) merita di essere approfondita in ogni suo aspetto.
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