La gastroreumatologia diventa hi-tech con la telemedicina. La Sigr inizia una fase di sperimentazione
- di Paolo Silvestrelli
- in Salute&Benessere
(PRIMAPRESS) - ROMA - La telemedicina entra prepotentemente nell’aggiornamento del congresso nazionale di gastroreumatologia che sta completando il suo ciclo di seminari del 7° Congresso Nazionale della SIGR. Secondo gli ultimi dati disponibili, sarebbero oltre i 2 milioni i pazienti cronici stimati con malattie croniche dell’intestino e artriti reumatoidi. L’ingresso della telemedicina nel Servizio sanitario nazionale è avvenuto, con un impianto normativo, dopo la conferenza Stato-Regioni di dicembre scorso. Ma c’è un rischio dell’ingresso della nuova tecnologia hi-tech? Secondo il presidente del congresso Bruno Laganà è che ci si potrebbe trovare difronte a sistemi di telemedicina diversi che avrebbero difficoltà di dialogare fra loro tra piattaforme digitali, cartelle cliniche e dispositivi medici finalizzati al monitoraggio a distanza. “Occorre che i pazienti vengano sensibilizzati per accogliere favorevolmente l’introduzione della telemedicina. E qui svolgono un ruolo fondamentale le associazioni dei pazienti”. Sottolinea Laganà. Da parte sua, “la Società Italiana di Gastroreumatologia SIGR è disponibile ad avviare al più presto una fase di sperimentazione dei servizi di telemedicina e ad individuare tempi e fasce orarie settimanali di erogazione” sottolinea l’attuale presidente SIGR Vincenzo Bruzzese. “Però, facciamo prima chiarezza sulla fattibilità tecnologica del servizio e solo dopo aver distribuite le tecnologie per l’integrazione informatica delle cartelle digitali con il sistema di ricette dematerializzate. Pensiamo alla disponibilità di computer con video camera da avere in casa, all’interoperabilità delle piattaforme digitali gestite dalle Regioni se collegate al fascicolo sanitario elettronico (FSE) e soprattutto alla stabilità di una connessione veloce di rete che supporti la possibilità di comunicare tra chi veicola e chi riceve le cure. Chi riceve la prestazione di telemedicina è molto spesso un malato cronico e anziano in obbligo, a volte, di essere supportato da un intermediario, cioè un infermiere, una figura addestrata ad hoc, un caregiver o un familiare informato. E ciò vale in particolare per la gastroreumatologia, che integra prestazioni di cura reumatologiche e gastroenterologiche sulla base di punti di contatto sia clinici che procedurali. Tutto questo ovviamente deve avvenire in sicurezza in merito alla protezione dei dati sanitari”. - (PRIMAPRESS)