PALERMO/ROMA – Volutamente abbiamo preferito non elencare le tante manifestazioni che oggi si sono tenute per ricordare i 30 anni trascorsi dalla strage di Via D’Amelio: per molti cronisti, quella data del 19 luglio 1992 in cui persero la vita in un attentato mafioso il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Eddie Walter Cosina, resta ben vivo nella nostra memoria e mai avremmo pensato che a distanza di 30 anni quella strage fosse così intrisa di depistaggi di stato.
Il modo migliore di ricordare Borsellino e i suoi agenti sarebbe stato assicurando anno dopo anno la conquista della verità legittimamente chiesta dalla sua famiglia e dai cittadini onesti per ricordare che c’è ancora uno Stato capace di difendere i suoi rappresentanti delle istituzioni ed i suoi stessi cittadini.