Scampia, il quartiere napoletano di Gomorra diventa una destinazione per un tour turistico
- di Luca Zingone
- in Viaggi e Turismo
(PRIMAPRESS) - NAPOLI - A Scampia, il quartiere di Napoli con le sue famose Vele è il degrado raccontato da Gomorra, è da tempo affrancato da un’etichetta di luogo di degrado difficile da scrollarsi di dosso. Ora cerca di trovare il suo riscatto attraverso gesti ed azioni quotidiane di gente comune. Un tentativo di scrollarsi di dosso anche della fiction che ha alimentato quasi il mito di personaggi della camorra. Ora il quartiere sembra raccontarsi in un modo diverso. Il murales di Pier Paolo Pasolini disegnato dallo street artist Jorit, è lontano dalle immagini popolari del passato e si cimenta in un lento e progressivo percorso di contaminazione culturale: dalle gallerie espositive disseminate nel quartiere o nel cuore della Casa degli Scugnizzi, 140 mq di “spaccio creativo”, dove trovare la prima enolibreria dell’area nord di Napoli, ma anche botteghe che vendono miele bio e prodotti artigianali, vinili e bomboniere solidali, tutte made in Scampia.
Una trasformazione che ha consentito di proporre anche un tour turistico di tre ore per raccontare ai visitatori l’altra faccia, meno conosciuta ma molto più forte ed intensa, del quartiere cresciuto in fretta a nord del capoluogo campano.
«L’idea nasce per sfatare tanti luoghi comuni e, allo stesso tempo, far raccontare il quartiere attraverso la voce dei suoi abitanti – spiega Francesco Riccio dell’adv Viaggi del Riccio, promotrice dell’iniziativa – Abbiamo lavorato a lungo con le associazioni del territorio per mettere in piedi un programma che accompagna il turista in un vero viaggio alla scoperta di un pezzo di città, spesso bistrattato».
Così il percorso turistico parte dalla fermata della metro, dove osservare le installazioni artistiche di Felice Pignataro del Felimetrò, costeggia le vele e le abitazioni dell’edilizia popolare rese famose dai ciak cinematografici, punta verso il giardino dei “Cinque continenti” gestito dall’associazione Pangea e verso la Scugnizzeria. Tocca anche il centro territoriale Mammut, la villa comunale Parco Ciro Esposito, alcune cooperative locali per finire con un brunch da Chikù, ristorante etnico gestito da donne napoletane e rom, dove la cucina balcanica incontra il Mediterraneo.
«Abbiamo realizzato una prima visita nei giorni scorsi, alla quale hanno partecipato alcune adv e operatori del settore. Erano tutti entusiasti – aggiunge Riccio – Lo scopo è far conoscere davvero Scampia, attraverso delle guide-testimoni che raccontano il loro lavoro quotidiano. Contiamo di organizzare altre visite a breve. C’è tanta voglia di conoscere cultura e bellezza. Anche qui». - (PRIMAPRESS)
Una trasformazione che ha consentito di proporre anche un tour turistico di tre ore per raccontare ai visitatori l’altra faccia, meno conosciuta ma molto più forte ed intensa, del quartiere cresciuto in fretta a nord del capoluogo campano.
«L’idea nasce per sfatare tanti luoghi comuni e, allo stesso tempo, far raccontare il quartiere attraverso la voce dei suoi abitanti – spiega Francesco Riccio dell’adv Viaggi del Riccio, promotrice dell’iniziativa – Abbiamo lavorato a lungo con le associazioni del territorio per mettere in piedi un programma che accompagna il turista in un vero viaggio alla scoperta di un pezzo di città, spesso bistrattato».
Così il percorso turistico parte dalla fermata della metro, dove osservare le installazioni artistiche di Felice Pignataro del Felimetrò, costeggia le vele e le abitazioni dell’edilizia popolare rese famose dai ciak cinematografici, punta verso il giardino dei “Cinque continenti” gestito dall’associazione Pangea e verso la Scugnizzeria. Tocca anche il centro territoriale Mammut, la villa comunale Parco Ciro Esposito, alcune cooperative locali per finire con un brunch da Chikù, ristorante etnico gestito da donne napoletane e rom, dove la cucina balcanica incontra il Mediterraneo.
«Abbiamo realizzato una prima visita nei giorni scorsi, alla quale hanno partecipato alcune adv e operatori del settore. Erano tutti entusiasti – aggiunge Riccio – Lo scopo è far conoscere davvero Scampia, attraverso delle guide-testimoni che raccontano il loro lavoro quotidiano. Contiamo di organizzare altre visite a breve. C’è tanta voglia di conoscere cultura e bellezza. Anche qui». - (PRIMAPRESS)