ROMA – Con il libera della Cassazione al referendum sulla riforma costituzionale, scatta da oggi il termine dei 60 giorni per il Governo per fissare la data della consultazione. La Cassazione non ha deciso per il quesito unico e non spacchettato come avevano proposto i Radicali. L’Ufficio centrale per il referendum, che aveva tempo per decidere sull’ammissibilità del quesito fino al 15 agosto, ha verificato che le firme valide raccolte del Comitato per il Sì superano ampiamente il tetto delle 500mila. Si tratta del primo passaggio utile alla celebrazione della consultazione referendaria. Il governo avrà ora due mesi di tempo per sciogliere la riserva sulla data che coinciderà con una domenica tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno dopo il decreto di indizione promulgato dal presidente della Repubblica. Ecco il testo del comunicato: “L’ufficio centrale per il referendum presso la Corte Suprema di Cassazione, con ordinanza dell’8 agosto2016, ha dichiarato conforme all’art. 138 e alla legge 352 del 1970 la richiesta di referendum depositata il 14 luglio 2016, alle ore 18.45, sul testo di legge costituzionale avente ad oggetto il seguente quesito referendario: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.
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