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Editoria: la scoperta del Brasile nel viaggio di Paolo Brovelli

(PRIMAPRESS) - MILANO - Antonio Raposo Tavares è forse un nome conosciuto solo agli studiosi ed ai cartografi, eppure questo bainderante portoghese  è stato colui che ha disegnato i confini del Brasile così come lo conosciamo oggi. La storia prende avvio nel 1647 quando l’esploratore partì dalla piccola Piratininga, l’attuale San Paolo, avventurandosi nella foresta attraversandola a piedi e in canoa. Ed è questo il viaggio che Paolo Provelli, scrittore e fotografo, ripercorre nel suo libro In viaggio con l’infame edito da Corbaccio, con il sottotitolo sulle tracce dell’uomo che inventò il Brasile. Il libro assume una narrazione doppia dove l’esploratore Provelli offre una descrizione contemporanea dei luoghi ma dove sullo sfondo si ritrova la presenza dell’alter ego Tavares. L’autore segue la pista di una delle spedizioni del portoghese iniziata nel 1647 e conclusa nel 1651: forse la più lunga perlustrazione del continente americano che egli condensa in due mesi i circa 10 mila chilometri che l’esploratore compì in tre anni. La lettura di in Viaggio con l’infame intreccia le due avventure ripercorrendo i territori del Paraguay, il Rio Grande, il Rio Mamorè ed il Rio Madeira fino a quello delle Amazzoni fino a toccare le rive dell’oceano a Bèlem. E’ in questo percorso che i racconti di viaggio di Provelli tra impressioni, incontri ed emozioni si mescolano a quelle più cruente del passato in un’America misteriosa piena di villaggi e di guerrieri, di gesuiti e di antropofagi nel pieno delle loro battaglie tra Spagna e Portogallo per il possesso del continente.    Paolo Brovelli in questo libro sintetizza la struttura narrante di un libro storico a quella della letteratura di viaggio che ha sempre prediletto sin dai tempi della sua laurea in lettere con una tesi che non poteva non essere sul viaggio per lui che in 30 anni ha girato in lungo ed in largo l’America del Sud ed il Brasile fino a farla diventare una sua seconda patria. - (PRIMAPRESS)