Vieni a toccare l'arte a Palazzo Strozzi
- di RED-CENTRALE
- in Cultura
(PRIMAPRESS) - FIRENZE - La scultura è l’arte che più si presta a un’esplorazione tattile. Nella grande mostra di Palazzo Strozzi, che illustra la genesi del Rinascimento a Firenze, soprattutto attraverso capolavori di scultura, non può mancare un percorso per conoscere alcune opere attraverso il tatto.
Osservare con le mani è un’esperienza complessa ed emozionante e la prima Visita tattile in mostra, che si terrà domani alle ore 18,30, proporrà un itinerario interessante per vedenti e non vedenti, incentrato sull'esplorazione del Dossale d’altare di Pagno di Lapo Portigiani e Michelozzo del Museo Stefano Bardini di Firenze. Ogni partecipante verrà dotato di un paio di guanti in cotone con i quali sarà possibile delicatamente toccare l’opera per poterne apprezzare meglio le forme e la superficie.
Dopo l'esperienza tattile negli spazi espositivi, la visita continuerà nella Sala Gessi, dove sarà possibile sperimentare con i calchi in gesso forniti dal Liceo Artistico di Porta Romana.
La Sala Gessi, con le pareti affollate da riproduzioni di opere d’arte del passato, ricrea fedelmente l’ambiente di studio e di lavoro degli artisti accademici dell’Ottocento. I gessi che si trovano sui tavoli e sugli scaffali sono realizzati appositamente per l’osservazione tattile. Sul tavolo al centro della sala è posizionata una copia in gesso del busto di Marietta Strozzi di Desiderio da Settignano; l’originale, conservato a Berlino, è attualmente visibile nell’ultima sala della mostra, accanto a lei c’è inoltre una copia del Fanciullo che ride, sempre di Desiderio da Settignano, e il bassorilievo con un Angelo musicante che è una copia da Donatello. I partecipanti potranno scegliere l’opera che più apprezzano, avvicinarsi e chiudendo gli occhi iniziare a toccarla con delicatezza, partendo dall’alto. Passando la mano sui contorni dell'oggetto sarà possibile farsi un’idea delle dimensioni e della forma. Esplorando poi con maggiore cura, si potrà far attenzione ai dettagli e al trattamento della superficie. Una volta terminata l' osservazione i singoli saranno invitati a togliere le mani dagli oggetti e tenendo sempre gli occhi chiusi verrà richiesto di ricostruire mentalmente l’immagine della scultura appena toccata. Aprendo occhi poi sarà possibile confrontare l’oggetto reale con l’immagine che si è creata nella mente attraverso il tatto. E' importante ricordarsi che il gesso è fragile! le opere vanno toccate con prudenza, così anche gli altri visitatori le troveranno nelle condizioni originali. La reputazione di Palazzo Strozzi nel panorama culturale internazionale è basata in larga parte non solo su ciò che viene mostrato – cioè le opere esposte – ma sul modo in cui vengono presentate. La definizione dell’approccio innovativo dei programmi culturali di Palazzo Strozzi è “ascolto visibile”, che significa portare altre voci negli spazi della cultura, non solo
quelle degli specialisti. Nella mostra La Primavera del Rinascimento infatti sono presenti i contributi di due personaggi come Jonathan Miller, medico e regista (vedente ) e di Andrea Bocelli, tenore (non vedente): IL PUNTO DI VISTA DI JONATHAN MILLER, MEDICO E REGISTA (VEDENTE)
METTICI LE MANI
Dei nostri sensi il tatto è quello in cui l’azione gioca il ruolo più importante. Anche se le terminazioni nervose sono invisibili, il fatto che esse si trovino su una superficie mobile significa che possiamo scegliere come e quando stimolarle. Le possiamo indurre all’azione afferrando, spostando e toccando; invece di aspettare che sia il mondo a sfiorarci, possiamo allungare una mano e provare sensazioni quando noi lo vogliamo. Il tatto e tutto ciò che è tattile, reale o solo suggerito, è considerato sempre più importante per capire il modo in cui l’arte del Rinascimento, e la scultura in particolare, veniva recepita e soprattutto prodotta. OCCHI PUNTATI
Come si spiegano la frequenza e l’attenzione con cui guardiamo quello che stiamo facendo? Il fatto è che senza l’aiuto della vista le nostre azioni produttive sarebbero incerte, inefficienti e in alcuni casi francamente inconcepibili. Il motivo per cui ora io riesco ad allacciarmi le scarpe a occhi chiusi è dovuto al fatto che a suo tempo ho imparato guardando quello che stavo facendo e mi sono familiarizzato con le sensazioni tattili e muscolari associate con l’esperienza visiva di compiere l’azione in modo corretto. Il problema è che, circondati come siamo di solito da modelli che non abbiamo l’opportunità di memorizzare, siamo costretti a improvvisare le nostre azioni sulla base di ciò che riusciamo a vedere. E di fatto la maggior parte delle nostre azioni riuscite richiede un continuo esercizio di attenzione visiva.
Jonathan Miller, medico e regista IL PUNTO DI VISTA DI ANDREA BOCELLI, TENORE (NON VEDENTE)
La visione oculare è trionfo della simultaneità e della sintesi, offre un quadro d’insieme, magari con la sua dose d’ingannevolezza, ma dal vantaggio immediato, mentre il tatto (e l’udito, a supporto) propone selezioni, tasselli da comporre. E l’immagine non è data: è piuttosto l’esito di un’esplorazione, carnale e metafisica. L’immagine tattile ha il pregio di non poter essere subìta. Viene, viceversa, raccolta, frutto di un’avventura straordinariamente coinvolgente e protagonistica. Il non vedente, potenzialmente, ha una chiave d’accesso più elaborata dell’immagine, ha l’immaginazione: un rapporto ispirato, “artistico” con il mondo oggettuale, e forsanche meno ipocrita, perché accetta ciò che il vedente fa fatica ad ammettere, ovverosia che non esiste una realtà oggettiva, che si vede solo ciò che si vuol vedere. L’immagine tattile viene contemplata nella mente, non come un fotogramma o un quadro, piuttosto, come una poesia. Anche il non vedente può, intensamente, profondamente riconoscere il valore di un oggetto, può godere della bellezza e dell’armonia di un’opera d’arte. L’indicazione di “diversa abilità”, in questo caso, non è una delle tante circonlocuzioni in odore d’ipocrisia… L’immagine tattile è solo un “diverso modo” di guardare.
Andrea Bocelli, tenore
Questo speciale percorso si concluderà nella Sala Lettura, il luogo della mostra che invita a rilassarsi, leggere, riflettere e condividere le idee. Ha l’aspetto di un vero e proprio studiolo (lo studio di un collezionista del Rinascimento) e il visitatore troverà alcune statuette di bronzo da poter toccare.
Alcuni studiosi del Rinascimento sostengono che molte statuette in bronzo dell’epoca furono create con lo scopo di essere possedute e tenute in mano dai collezionisti. La comprensione dell’estetica tattile è un lavoro ancora tutto da fare, ma studi recenti condotti da Joaneth Spicer e dai suoi colleghi del Walters Art Museum di Baltimora, insieme ai neuroscienziati della Johns Hopkins University, fanno pensare che la fascinazione estetica esercitata dai bronzi rinascimentali si basi su molti fattori interconnessi tra cui la forma, il peso e la consistenza. Questo rafforza l’idea che le mani abbiano i propri criteri di bellezza, non collegati direttamente agli aspetti visivi della scultura.
Le opere a disposizione del pubblico saranno copie in bronzo di esemplari di arte antica e rinascimentale. Sul tavolo al centro della sala si trovano due Centauri di epoca romana, e una copia del Putto con delfino del Verrocchio, a disposizione per l'esplorazione tattile mentre l'unica opera che può anche essere sollevata per essere presa in mano è la copia raffigurante Giunone, di Giovanni Bandini. La Fondazione Palazzo Strozzi desidera ringraziare la Galleria Frilli per il generoso prestito delle opere esposte in questa sala. - (PRIMAPRESS)
Dopo l'esperienza tattile negli spazi espositivi, la visita continuerà nella Sala Gessi, dove sarà possibile sperimentare con i calchi in gesso forniti dal Liceo Artistico di Porta Romana.
La Sala Gessi, con le pareti affollate da riproduzioni di opere d’arte del passato, ricrea fedelmente l’ambiente di studio e di lavoro degli artisti accademici dell’Ottocento. I gessi che si trovano sui tavoli e sugli scaffali sono realizzati appositamente per l’osservazione tattile. Sul tavolo al centro della sala è posizionata una copia in gesso del busto di Marietta Strozzi di Desiderio da Settignano; l’originale, conservato a Berlino, è attualmente visibile nell’ultima sala della mostra, accanto a lei c’è inoltre una copia del Fanciullo che ride, sempre di Desiderio da Settignano, e il bassorilievo con un Angelo musicante che è una copia da Donatello. I partecipanti potranno scegliere l’opera che più apprezzano, avvicinarsi e chiudendo gli occhi iniziare a toccarla con delicatezza, partendo dall’alto. Passando la mano sui contorni dell'oggetto sarà possibile farsi un’idea delle dimensioni e della forma. Esplorando poi con maggiore cura, si potrà far attenzione ai dettagli e al trattamento della superficie. Una volta terminata l' osservazione i singoli saranno invitati a togliere le mani dagli oggetti e tenendo sempre gli occhi chiusi verrà richiesto di ricostruire mentalmente l’immagine della scultura appena toccata. Aprendo occhi poi sarà possibile confrontare l’oggetto reale con l’immagine che si è creata nella mente attraverso il tatto. E' importante ricordarsi che il gesso è fragile! le opere vanno toccate con prudenza, così anche gli altri visitatori le troveranno nelle condizioni originali. La reputazione di Palazzo Strozzi nel panorama culturale internazionale è basata in larga parte non solo su ciò che viene mostrato – cioè le opere esposte – ma sul modo in cui vengono presentate. La definizione dell’approccio innovativo dei programmi culturali di Palazzo Strozzi è “ascolto visibile”, che significa portare altre voci negli spazi della cultura, non solo
quelle degli specialisti. Nella mostra La Primavera del Rinascimento infatti sono presenti i contributi di due personaggi come Jonathan Miller, medico e regista (vedente ) e di Andrea Bocelli, tenore (non vedente): IL PUNTO DI VISTA DI JONATHAN MILLER, MEDICO E REGISTA (VEDENTE)
METTICI LE MANI
Dei nostri sensi il tatto è quello in cui l’azione gioca il ruolo più importante. Anche se le terminazioni nervose sono invisibili, il fatto che esse si trovino su una superficie mobile significa che possiamo scegliere come e quando stimolarle. Le possiamo indurre all’azione afferrando, spostando e toccando; invece di aspettare che sia il mondo a sfiorarci, possiamo allungare una mano e provare sensazioni quando noi lo vogliamo. Il tatto e tutto ciò che è tattile, reale o solo suggerito, è considerato sempre più importante per capire il modo in cui l’arte del Rinascimento, e la scultura in particolare, veniva recepita e soprattutto prodotta. OCCHI PUNTATI
Come si spiegano la frequenza e l’attenzione con cui guardiamo quello che stiamo facendo? Il fatto è che senza l’aiuto della vista le nostre azioni produttive sarebbero incerte, inefficienti e in alcuni casi francamente inconcepibili. Il motivo per cui ora io riesco ad allacciarmi le scarpe a occhi chiusi è dovuto al fatto che a suo tempo ho imparato guardando quello che stavo facendo e mi sono familiarizzato con le sensazioni tattili e muscolari associate con l’esperienza visiva di compiere l’azione in modo corretto. Il problema è che, circondati come siamo di solito da modelli che non abbiamo l’opportunità di memorizzare, siamo costretti a improvvisare le nostre azioni sulla base di ciò che riusciamo a vedere. E di fatto la maggior parte delle nostre azioni riuscite richiede un continuo esercizio di attenzione visiva.
Jonathan Miller, medico e regista IL PUNTO DI VISTA DI ANDREA BOCELLI, TENORE (NON VEDENTE)
La visione oculare è trionfo della simultaneità e della sintesi, offre un quadro d’insieme, magari con la sua dose d’ingannevolezza, ma dal vantaggio immediato, mentre il tatto (e l’udito, a supporto) propone selezioni, tasselli da comporre. E l’immagine non è data: è piuttosto l’esito di un’esplorazione, carnale e metafisica. L’immagine tattile ha il pregio di non poter essere subìta. Viene, viceversa, raccolta, frutto di un’avventura straordinariamente coinvolgente e protagonistica. Il non vedente, potenzialmente, ha una chiave d’accesso più elaborata dell’immagine, ha l’immaginazione: un rapporto ispirato, “artistico” con il mondo oggettuale, e forsanche meno ipocrita, perché accetta ciò che il vedente fa fatica ad ammettere, ovverosia che non esiste una realtà oggettiva, che si vede solo ciò che si vuol vedere. L’immagine tattile viene contemplata nella mente, non come un fotogramma o un quadro, piuttosto, come una poesia. Anche il non vedente può, intensamente, profondamente riconoscere il valore di un oggetto, può godere della bellezza e dell’armonia di un’opera d’arte. L’indicazione di “diversa abilità”, in questo caso, non è una delle tante circonlocuzioni in odore d’ipocrisia… L’immagine tattile è solo un “diverso modo” di guardare.
Andrea Bocelli, tenore
Questo speciale percorso si concluderà nella Sala Lettura, il luogo della mostra che invita a rilassarsi, leggere, riflettere e condividere le idee. Ha l’aspetto di un vero e proprio studiolo (lo studio di un collezionista del Rinascimento) e il visitatore troverà alcune statuette di bronzo da poter toccare.
Alcuni studiosi del Rinascimento sostengono che molte statuette in bronzo dell’epoca furono create con lo scopo di essere possedute e tenute in mano dai collezionisti. La comprensione dell’estetica tattile è un lavoro ancora tutto da fare, ma studi recenti condotti da Joaneth Spicer e dai suoi colleghi del Walters Art Museum di Baltimora, insieme ai neuroscienziati della Johns Hopkins University, fanno pensare che la fascinazione estetica esercitata dai bronzi rinascimentali si basi su molti fattori interconnessi tra cui la forma, il peso e la consistenza. Questo rafforza l’idea che le mani abbiano i propri criteri di bellezza, non collegati direttamente agli aspetti visivi della scultura.
Le opere a disposizione del pubblico saranno copie in bronzo di esemplari di arte antica e rinascimentale. Sul tavolo al centro della sala si trovano due Centauri di epoca romana, e una copia del Putto con delfino del Verrocchio, a disposizione per l'esplorazione tattile mentre l'unica opera che può anche essere sollevata per essere presa in mano è la copia raffigurante Giunone, di Giovanni Bandini. La Fondazione Palazzo Strozzi desidera ringraziare la Galleria Frilli per il generoso prestito delle opere esposte in questa sala. - (PRIMAPRESS)