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Fiat: Di Pietro, Marchionne umilia i lavoratori di Pomigliano

(PRIMAPRESS) - ROMA - “Ormai Marchionne ha trasformato la ‘Fiat da Fabbrica Italiana Automobili Torino’ in ‘Fabbrica Informazioni Adulterate Totalmente’. Si sta comportando come il peggiore dei politicanti: promette una cosa, ne pensa un’altra, ma ne fa un’altra ancora. Anche ieri, infatti, l’ad di Fiat ha promesso, a chiacchiere, sui giornali, la piena occupazione negli stabilimenti del gruppo dopo aver chiuso Termini Imerese, la Irisbus di Avellino e la CNH di Imola. Oggi, nei fatti, ha umiliato i 19 operai di Pomigliano, che saranno pagati per rimanere a casa, nonostante la Corte d’Appello di Roma obblighi l’azienda a reintegrarli. È bene ricordare, inoltre, che da ben 4 anni la metà dei dipendenti Fiat è pagata grazie alle tasse che versano i cittadini”. Lo affermano in una nota congiunta il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi, candidati con Rivoluzione Civile. “E’ gravissimo – aggiungono - che Marchionne continui a calpestare la Costituzione e la legge, prendendo in giro i lavoratori italiani. Come ha sempre fatto, l’ad di Fiat cerca capri espiatori ora negli operai, ora nei sindacati liberi come la Fiom, ora negli altri costruttori di auto come la Volkswagen, pur di non dover ammettere la propria incapacità nel fare impresa. Invece di proseguire nelle sue politiche di distruzione dei diritti, Marchionne dovrebbe imparare a rispettare le sentenze di 12 tribunali che hanno condannato la Fiat, per ben 40 volte, a causa del suo comportamento antisindacale e discriminatorio. E, soprattutto, dovrebbe chiarire definitivamente il futuro occupazionale negli stabilimenti italiani”. - (PRIMAPRESS)