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Commercio: “spending review” a tavola sempre più rigida

(PRIMAPRESS) - ROMA - Gli italiani in bolletta continuano a tagliare sui consumi, comprimendo sempre di più anche le spese per la tavola. E infatti a gennaio il commercio al dettaglio fa segnare la settima flessione tendenziale consecutiva, con le vendite di prodotti alimentari che crollano del 2,3 per cento annuo. Gli stessi discount, che in questi mesi di profonda crisi sono stati l’unica alternativa accessibile per 6,5 milioni di famiglie, ora mostrano un primo cedimento con un calo dello 0,2 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. Vuol dire che la situazione economica degli italiani è sempre più pesante e, quindi, anche la “spending review” a tavola si fa sempre più rigida. Con tagli drastici sulla quantità e qualità dei prodotti alimentari comprati -osserva la Cia-. Nell’ultimo anno, di fatto, oltre la metà delle famiglie (53 per cento) ha ridotto di netto i volumi di spesa alimentare, mentre più di una su tre (34 per cento) ha optato per cibi di qualità inferiore perché molto più economici. Ma la gravità della situazione è ancora più evidente se si guarda all’andamento degli acquisti alimentari nell’ultimo quinquennio: dal 2008 a oggi, cioè da quando è iniziata la crisi -sottolinea la Cia- le famiglie italiane hanno ridotto il budget a disposizione per la spesa alimentare di oltre 12 miliardi di euro, al netto della dinamica dei prezzi. Neppure Pasqua servirà a risollevare le sorti del carrello alimentare -continua la Cia- con un calo stimato dei consumi del 7 per cento rispetto all’anno scorso, una spesa complessiva per le tavole della festa che non supererà i 2 miliardi e rinunce importanti anche ai prodotti pasquali “simbolo” come uova di cioccolato e colombe (-10 per cento). Ecco perché non ci si può più permettere questa fase di stallo. C’è bisogno di un governo che prenda subito provvedimenti seri a sostegno delle famiglie, cominciando dalla riduzione degli oneri fiscali. E’ necessario far ripartire i consumi -conclude la Cia- altrimenti l’Italia non uscirà mai da questa spirale recessiva. - (PRIMAPRESS)