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De Laurentis (Confindustria): pari regole per TV e Web

(PRIMAPRESS) - Roma - Lo scontro degli ascolti e degli share non è più l'unico chiodo fisso delle emittenti radio e televisive. Il nemico da combattere è il web con i giganti Google o Apple secondo quanto emerso dal dibattito della neonata Confindustria Radiotelevisioni con i maggiori broadcaster nazionali. Sotto accusa i profitti rilevanti delle majors della rete che non devono sottostare alle regole degli operatori tradizionali. Il presidente della nuova struttura dell'organismo degli industriali, Rodolfo De Laurentiis affonda la lama della discussione sulla sproporzione tra ricavi ed investimenti sul territorio nazionale in termini di tasse e occupazione. "Noi chiediamo - ha detto con forza De Laurentis - di poter competere ad armi pari con regole nuove ed eque". Secondo i dati rappresentati da Confindustria, Apple avrebbe fatturato nel 2013 170 miliardi di dollari: 35 volte il fatturato di Mediaset. Google 60 miliardi di dollari, 17 volte". Un intervento appare necessario a Confindustria RadioTv anche alla luce degli effetti della crisi sul comparto. "Il settore media ha perso negli ultimi 5 anni 3,4 miliardi di euro, -35% rispetto al 2008 - rende noto De Laurentiis -. 1,3 miliardi di investimenti sono stati persi solo dalla Tv che è calata del 27% nel periodo. Il peso del calo della pubblicità è stato sostenuto soprattutto dai maggiori broadcaster: i dati di Rai e Mediaset parlano di oltre 200 milioni persi in media ogni anno tra 2008-2013". In prima linea contro i giganti del web c'è anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che accusa Google e gli altri di "concorrenza sleale" e torna a parlare di "una forma di neocolonialismo nel senso che qui non lasciano nulla in termini di occupazione e fiscali". Confalonieri trova un inconsueto alleato nel presidente del Gruppo Espresso, Carlo De Benedetti: "Abbiamo tutti paura di Google, l'oligarchia digitale mette a rischio la democrazia - afferma al Forum mondiale degli editori a Torino -. La più grande società editoriale al mondo non potrà mia competere con soggetti come Google. Occorre definire nuove linee certe di collaborazione. È tempo che la politica intervenga". Una prima risposta, al tavolo di Confindustria, arriva dal sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. "Non parlerei di neocolonialismo - sostiene -, ma il problema esiste. Occorre rispondere con le regole, anche se è difficile a livello europeo". L'intento è sfruttare l'opportunità del semestre di presidenza italiana dell'Ue alle porte per sollecitare una soluzione a questo e altri temi caldi che possono trovare risposte adeguate solo a livello continentale. Anche perché il tema del sovraccarico di regole che pesa sugli operatori tradizionali anche in termini di maggiori costi a fronte di una carenza di regole per le aziende del web è riconosciuto dalle Autorithy: all'assemblea di Confindustria lo sottolineano sia il presidente Antitrust, Giovanni Pitruzzella, che il commissario Agcom, Antonio Preto.
La risposta di Google non si è fatta attendere con una nota della filiale italiana richiamando un intervento del presidente del gruppo, Eric Schmidt, in cui metteva in guardia il rischio di porre paletti all'innovazione tecnologica senza invece seguire la strada dei possibili accordi. - (PRIMAPRESS)