Pasqua: per 1 italiano su 2 venerdi’ di pesce (- 13%)
- di RED-CENTRALE
- in Economia
(PRIMAPRESS) - ROMA - Il venerdì Santo il pesce è protagonista sulle tavole di quasi un italiano su due (47 per cento) anche se rispetto allo scorso anno ben il 13 per cento rinuncia piu’ per motivi economici che per volontà di abbandonare la tradizione religiosa. E’ quanto emerge da un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it effettuato in occasione del tradizionale appuntamento che precede la Pasqua, dal quale emerge anche che il 41 per cento dei cittadini si comporterà come gli altri giorni mentre il 12 per cento si manterrà leggero o addirittura starà a digiuno. Una tendenza alla sobrietà in linea con quanto previsto per il pranzo di Pasqua per il quale - sottolinea la Coldiretti - saranno spesi 1,1 miliardi di euro circa il 10 per cento rispetto allo scorso anno, anche per effetto del risparmio ottenuto con la preparazione di menu semplici della tradizione che otto italiani su dieci consumeranno a casa. In questo contesto - precisa la Coldiretti - particolarmente importante è l’operazione “Pasqua sicura” realizzata dai NAC, Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari che hanno intensificato le attività di vigilanza sulle produzioni agroalimentari con il sequestro di oltre 7.000 kg prodotti tra cui paste, come ravioli, tortelloni, fiocchetti, etc., e salumi, che vengono maggiormente commercializzati nel periodo pasquale.
Si stima per il solo venerdì - precisa la Coldiretti - un consumo complessivo di circa 20 milioni di chili di pesce e una spesa di 250 milioni di euro, nel rispetto di un precetto religioso che è diventato parte integrante delle tradizioni delle famiglie italiane.. Ad essere preferito in questa occasione - sottolinea la Coldiretti - è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. La legge dell'astinenza dalle carni non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande come particolarmente ricercati o costosi.
Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, il consumo domestico di prodotti ittici è diminuito complessivamente dell’1,5 per cento nel 2012. In calo, soprattutto, gli acquisti di pesce fresco, scesi del 3 per cento rispetto allo scorso anno. Giù, in particolare, il consumo di alici (-9,9 per cento), calamari (-8 per cento) e vongole, mentre cresce la domanda di trote. Crescono, invece, gli acquisti di prodotti ittici conservati (+1 per cento) e prodotti surgelati, sia naturali sia preparati (+1,5 per cento).
I menu del venerdì Santo saranno quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione come la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni, fino alle ricette più classiche come le alici scottadito o in saor, tipica del Veneto, le seppie con i piselli, le uova col tonno o gli spaghetti al ragù di mare.
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti è, laddove possibile, di comperare direttamente dal pescatore, verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo, controllare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne. - (PRIMAPRESS)
Si stima per il solo venerdì - precisa la Coldiretti - un consumo complessivo di circa 20 milioni di chili di pesce e una spesa di 250 milioni di euro, nel rispetto di un precetto religioso che è diventato parte integrante delle tradizioni delle famiglie italiane.. Ad essere preferito in questa occasione - sottolinea la Coldiretti - è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. La legge dell'astinenza dalle carni non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande come particolarmente ricercati o costosi.
Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, il consumo domestico di prodotti ittici è diminuito complessivamente dell’1,5 per cento nel 2012. In calo, soprattutto, gli acquisti di pesce fresco, scesi del 3 per cento rispetto allo scorso anno. Giù, in particolare, il consumo di alici (-9,9 per cento), calamari (-8 per cento) e vongole, mentre cresce la domanda di trote. Crescono, invece, gli acquisti di prodotti ittici conservati (+1 per cento) e prodotti surgelati, sia naturali sia preparati (+1,5 per cento).
I menu del venerdì Santo saranno quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione come la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni, fino alle ricette più classiche come le alici scottadito o in saor, tipica del Veneto, le seppie con i piselli, le uova col tonno o gli spaghetti al ragù di mare.
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti è, laddove possibile, di comperare direttamente dal pescatore, verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37” se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo, controllare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne. - (PRIMAPRESS)